Nel resto della regione considerano i riminesi come gente dal temperamento
sanguigno, giocherelloni e folkloristici, occupati per gran parte dell’anno ad
aprire e chiudere ombrelloni. Anche l’avvocato di Amarcord dava di noi una
definizione simile, mentre qualcuno, a riprova di quanto affermato, gli faceva
un “sordino”, nascosto al buio dell’allora piazza Giulio Cesare.
Assieme a questa etichetta, i riminesi si portano dietro un’altra e ben più
deleteria condanna: quella di essere oggetti passivi della politica e non
soggetti attivi di essa. In quale altra città il partito di maggioranza, tale
solo per una manciata di voti, può fare e disfare tutto ciò che vuole, senza
dover rendere conto ai cittadini del proprio operato? In quale altra realtà l’opposizione è così inesistente tanto da togliere al cittadino, qualsiasi
possibilità di alternanza politica? Da noi si può, o, come dice un’inutile
strapagata locale, us po’ fè. In barba ad un clima nazionale che sta cambiando,
i partiti locali non cercano di rinnovarsi e di capire quello che la gente
vuole, ma continuano, come da vent’anni a questa parte, a muovere le pedine
sullo scacchiere delle poltrone pagate da noi. E allora anche l’opzione più
assurda, la fantapolitica più lontana dalla realtà, a Rimini può succedere.
Come in un onirico circo felliniano, chi amministra male viene promosso, chi
non ha un lavoro trova reddito nella politica, chi dice ovvietà senza dar
fastidio, sale i luccicanti gradini della carriera. Può succedere anche che un
sindaco, che non sa fare il sindaco, vada mandato a fare il senatore. Potrebbe
avverarsi che, il Presidente di un’ex provincia, anziché cercarsi un lavoro
come tutti, voglia andare ad occupare il posto del sindaco in partenza per
Roma. Giochi da primissima Repubblica fatti passare per moderni cambiamenti.
Chi muove le pedine sullo scacchiere sa come tenere sedato chi volesse opporsi
a questi disegni; l’opposizione emetterà un grido, per poi tornare accucciata e
contenta. Si farà una festa, e tutti saranno entusiasti di questa grande scelta
democratica, fatta per il bene di Rimini e verso un futuro radioso…..il loro.
Invece di assistere impotenti ad una quadriglia di poltrone nel peggior stile
partitocratico, oggi quei riminesi stanchi di subire la pesante cappa
instaurata dal perverso asse destra-sinistra, possono, anzi devono, buttare all’aria la scellerata scacchiera che ci ha portati nel baratro amministrativo in
cui ci troviamo. È necessario dare il proprio voto a Grillo. L’arrivo del M5S
non sarà una ventata di aria fresca ma sarà un vero e proprio cambio di
stanza.