Il pianto dell'edilizia selvaggia
La lamentela viene proprio dal sig. Nicolini?
Le dichiarazioni di questi ultimi giorni, dei tanti che hanno lucrato
sulla bolla speculativa dell’edilizia riminese, ci preoccupano. Viene
da chiedersi per l’ennesima volta in che mondo viviamo, soprattutto,
se viviamo tutti nella stessa realtà. Centinaia di milioni di euro di
debiti e più nessuna possibilità di rientrare, a meno di dichiarare
fallimento e [s]vendere le proprietà mobili ed immobili. Debiti
protratti per anni da chi era ben consapevole dell’andamento
immobiliare. Poi ci chiediamo come mai le banche non sovvenzionino più
le imprese... come si leggeva ai tempi: “per colpa di qualcuno, non si
fa più credito a nessuno”.
Nessun dubbio, era già chiaro prima, in ogni caso siamo sbalorditi per
la mancanza di vergogna, di certi soggetti, nel vomitare addosso alla
comunità i propri errori. L’assenza di investimenti e l’ingente
indebitamento delle società edili, saranno responsabilità che
ricadranno inevitabilmente su tutto il comparto, ma a farne le spese
saranno coloro che sono stati già sfruttati per anni: i cittadini ed i
lavoratori.
Molti cittadini saranno cornuti e mazziati tre volte; prima sfruttati
come lavoratori atipici e occasionali nel settore edilizio e nel suo
indotto, spesso senza neppure le dovute tutele; ora scaricati in nome
dell’azienda e del suo sacro debito, in attesa che qualche
amministratore li vada a salvare con un sub-appaltino dell’ultima ora;
tutt’intorno cittadini a pagare per i debiti dell’amministrazione, che
non se la smette di costruire cose inutili e dispendiose per la
comunità, indebitando le già esigue casse pubbliche.
Oppure, come notizia degli ultimi giorni, si fa finta di spostare i
soldi precedentemente destinati alle scuole, verso la ristrutturazione
del Galli. Questo quanto appare chiaro e palese a tutti che quei soldi
non ci sono più.
Basta! Siamo stufi di pagare per gli errori di politici inetti e inefficienti.
Se si fossero messi dei veri professionisti nei consigli di
amministrazione a capo delle società partecipate, oggi non ci
troveremmo a dover sostenere decine di società in debito e progetti
fantascientifici che nulla producono e produrranno, se non rifiuti e
lauti stipendi.
Nel frattempo abbiamo perso la Provincia di Rimini. Ironia della
sorte, qualche politico dovrà far la fila al centro per l’impiego,
quello stesso centro impiego che non ha mai funzionato e che era
gestito dalla stessa Provincia. Quella Provincia che nella sua
autonomia, leggiamo sempre nella cronaca locale, “ha consentito di
investire su infrastrutture importanti: nuova fiera, palacongressi e
aeroporto. Fossimo rimasti sotto Forlì, quei milioni di soldi pubblici
avrebbero preso altre strade.”
Non vorremmo commentare tali farneticazioni, ma quali rappresentanti
dei cittadini di Rimini, anche per coerenza e buon senso con le nostre
precedenti azioni, ci troviamo costretti a queste poche
considerazioni: i soldi spesi male provocano conseguenze, nello
specifico, come possiamo vedere tutti sotto i nostri occhi, provocano
disoccupazione e debiti che pagano sempre i soliti.
Le politiche dei recenti governi italici non avrebbero potuto colpire
più di tanto il nostro territorio, se solo un poco di lungimiranza
fosse stata adottata negli ultimi 10 anni. Ad oggi Rimini ha un debito
accumulato di quasi 150 milioni di euro e le sue amministrazioni hanno
regalato un territorio sempre più urbanizzato con nuovi insediamenti
abitativi in virtù di un’esigenza abitativa inesistente nella realtà.
Il giochino lo conosciamo, una ditta costruisce, un comune incassa con
gli oneri di urbanizzazione e così via.
Aiutiamo le imprese edili, sempre le imprese edili, solo le imprese
edili. Comandano gli Dei del Mattone a Rimini, Jeova sanctus unus.
Forse dovremmo cominciare a pensare che sia per motivi come questi che
la crisi impazza nel nostro territorio, la mancanza di politiche utili
e l'assoluta vuotezza del nostro Sindaco si rivelano finalmente agli
occhi di tutti. La dichiarazione esplicita di una azienda sull'orlo
del fallimento, la CMV, arriva come un colpo finale. E cosa fa questa
azienda? Chiede aiuto a queste amministrazioni? Quelle colpevoli di
questo sfacelo. Ci spiace, ma se gli argomenti sono questi, meritate
tutto quello che avete.
La maggioranza delle proprietà immobiliari è in mano alle banche, le
stesse banche che tengono in mano i debiti delle società immobiliari
oltre che delle aziende costruttrici e del nostro stesso Comune, e
questi si chiedono ancora aiuto a vicenda? Non ne avete avuto
abbastanza? Noi si.
Intere famiglie sul lastrico perché senza lavoro, senza una casa in
cui vivere perché portata via dalla banca, costretta a fare uso dei
servizi assistenziali o dell'ospitalità di enti, amici o familiari. Se
volete provare a vendere qualche altra casa o a costruire
qualcos'altro nel frattempo, fate pure. Per noi è venuto il momento di
dire “avanti un altro!”.
Allo stesso tempo pensiamo che è giunto il momento di approfondire, se
possibile. Non sappiamo chi potrà farlo, come e quando, ma occorre
cominciare a proporre soluzioni. Posto che siamo alquanto consci del
meccanismo perverso che ha consentito di succhiare centinaia di
milioni di euro dalle tasche dei riminesi ( attacco al sistema
bancario attraverso l'uso dell'immobile
http://www.rimini5stelle.it/wp-content/uploads/2012/10/0410201201.pdf
), forse sarebbe il caso di far presente la cosa ai vari responsabili
bancari, imprese edili, società immobiliari e amministratori, che si
sono rivolti all’opinione pubblica chiedendosi aiuto a vicenda, quindi
chiedersi direttamente come pensano di risolvere la questione. Lo
stesso per gli altri costruttori. La domanda serebbe: il mercato è
saturo, i soldi per le opere pubbliche non ci sono, come pensate di
continuare a esistere?
Ci aspettiamo la richiesta di soluzioni sostenibili, per continuare a
sostenere questa “crescita” a cui aspirate tanto, oppure cominciamo a
parlare di evoluzione e sviluppo, occupazione e incentivi, tutele e
risanamento.
Fate voi. Il 2013 non è lontano.
MoVimento 5 Stelle Rimini