mercoledì 6 gennaio 2016

La Befana del Pd

Quando si dice che “Se la suonano e se la cantano”… abbiamo parlato più volte nei nostri post della distanza tra Partito Democratico e la realtà, fino ad identificare una vera e propria patologia che abbiamo catalogato come Narrazione Politica: la tendenza cioè ad evitare qualsiasi responsabilità inventandosi una realtà parallela, certificata da una lettura bislacca dei dati (quando non autoprodotti) e appoggiata da una stampa affamata di veline, che ha scambiato l’equidistanza per la perdita del senso critico. Potremmo citare il caso nazionale delle riprese di Matteo Renzi, non altro che “il rimbalzo del gatto morto” in quest’Italia che ha raggiunto i dieci milioni di poveri, ma, finché non ci assumono (corrompendoci) in una testata a più ambia diffusione, preferiamo parlare delle delizie locali. L’ultima impresa della Selfie Orchestrina è il sondaggio della Befana. Il risultato sostiene addirittura che il Primo Cittadino sarà rieletto al primo turno, senza neanche il ballottaggio. Sondaggio perfetto, per una serie di motivi: Mezzo: E’ un sondaggio telefonico. Io a casa il telefono non ce l’ho e se ce l’avessi gli toglierei la suoneria per non farmi frantumare i testicoli dall’unica entità che, oggi come oggi, ti chiama al fisso: il competitor della tua compagnia telefonica. Sono un campione rappresentativo? Fra le mie conoscenze sì… ma per saperlo con certezza bisognerebbe fare un sondaggio (senza affidarlo al PD per favore). Chi oggi ha il telefono a casa è un conservatore reazionario, dunque ci sono buone possibilità che voti PD. Metodo: Un po’ imbarazzante a dire il vero. Era un sondaggio per sapere chi vincerà le prossime Amministrative o cosa? Cos’hanno chiesto al telefono? “Tra Gnassi e qualcun altro, lei chi voterebbe? Se dice Gnassi questa telefonata finisce prima.”. Per fare un sondaggio bisognerebbe dare l’alternativa di scelta e, visto che nessuno ha ancora dichiarato il proprio candidato, non sembra proprio questo il caso. Tempistica: Non un semplice giorno di festa dove tutti possono leggere il giornale mentre si gingillano al bar o sulle testate online, ma l’Epifania “che tutte le feste si porta via”. L’ultimo giorno ufficiale delle vacanze, che se ‘sta cosa non me la leggo oggi non lo faccio mai più. Probabilmente l’unico risultato attendibile di questo sondaggio è che se telefoni a 600 persone, che ancora hanno il fisso a casa, e gli chiedi se voteranno Gnassi, al 50% ti risponderà di sì, non avendo altre alternative. Averne di sondaggi così. La cosa più indicativa rimane però le reazione alla notizia. Non tanto delle opposizioni, che a dire il vero non hanno nemmeno affondato il colpo più di tanto e si sono accontentate di sottolineare la paura che pervade il Partito qualunquecratico, quanto degli stessi che hanno commissionato il sondaggio a loro favore. Due su tutti. Gnassi dice di non essere malato di sondaggite, ma non può fare a meno di sottolineare che questo è un sondaggio vero… non come quello del centrodestra. Sarà per questo che è così tranquillo e rilassato. La reazione del Segretario Provinciale Magrini invece è più istituzionale. Dall’alto della sua insipienza ci ricorda il grande successo delle Regionali, sì.. proprio quelle in cui il PD perse due milioni di voti. Che sia il caso di ricordargli che il 40% del 20% degli aventi diritto al voto in realtà non arriva al 10% dei consensi? Sembravano averlo capito tutti quando, all’indomani delle votazioni Regionali, si cospargevano il capo di cenere dichiarando che avrebbero tenuto in seria considerazione il terribile calo dell’affluenza. In realtà però si fregavano le mani, contenti di aver raccattato dal fondo del barile sufficienti consensi per tenere in mano il pallino. E queste dichiarazioni lo dimostrano. Insomma. Buoni o cattivi la Befana riempie le calze a tutti. A qualcuno con dolci, ad altri con carbone e ad altri ancora con sordaggini delicati, che però provocano ulteriori dissociazioni dalla realtà
 P.S. « E quando qualcuno vi propone di credere a una proposizione voi dovete prima esaminare se essa è accettabile, perché la nostra ragione è stata creata da Dio, e ciò che piace alla nostra ragione non può non piacere alla ragione divina, sulla quale peraltro sappiamo solo quello che, per analogia e spesso per negazione, ne inferiamo dai procedimenti della nostra ragione. » [Guglielmo da Baskerville in: Umberto Eco, Il nome della rosa] 
 @DadoCardone Citizen