giovedì 21 gennaio 2016

Spes contra Spem

Faccio mio il motto di Giorgio La Pira,”Spes contra spem” per sottolineare il nostro atteggiamento di fronte alle apparenti ed attuali difficoltà di costruire una coalizione, larga e inclusiva, capace di proporsi come reale alternativa a Gnassi. E dico subito che nonostante si stiano accumulando pregiudizi, incomprensioni, furbizie e tatticismi, personalmente sono assai convinto, che si è ancora in tempo per farlo. Per questo non posso non leggere come un nodo da risolvere al più presto le prese di posizione di alcuni protagonisti di questa possibile coalizione che sembrano inclini a investire su candidati con un profilo politico poco riconoscibile, attraversati soprattutto dalla fuorviante tentazione di fare del Pd il proprio avversario sistemico e proporsi come obiettivo tattico solo quello di ripiegare su una linea programmaticamente minoritaria che rinuncia all’ambizione di governo. Una regressione conciliabile solo con una logica minoritaria meramente testimoniale. Che sta stretta sia a chi oggi pensa, forse velleitariamente, di poter essere da sola forza di governo ed è in contrasto con le vere richieste di una città che sente forte il bisogno di radicale cambiamento. Ciò detto, non riesco a immaginare che gli appelli all’unità provenienti ormai da larghi versanti , sociali ed imprenditoriali, della città, anche al netto del legittimo protagonismo di alcune forze politiche tradizionali, siano solo il gioco delle parti di ingenui benpensanti. La verità è che le prossime amministrative a Rimini sono un passaggio assai difficile per il Pd e per Gnassi e che una forte coalizione che può contare sul contributo di larga parte di questa società civile che mai come questa volta ha deciso di scendere in campo, e sull’unità del centrodestra, potrebbe essere la risposta a una precisa generale convenienza dell’intera città. Se è così, perché non lavorare seriamente per sua la fattibilità? Naturalmente, attraverso un serio confronto, una iniziativa che abbia la portata di un patto politico. Senza ipotecare il futuro, in ogni senso. Insomma, un’intesa politica che governi questo passaggio senza la pretesa di risolvere ora tutti i problemi ma, per converso, senza consumare una frattura insanabile e irreversibile. Alla luce della situazione che si è creata, non è facile ma sarebbe bene provarci. È nell’interesse di tutti essere lungimiranti. Sicuri che Lega e Forza Italia, possano permettersi una divisione senza rimedio? Davvero la Lega si vuole consegnare a uno sterile minoritarismo? Il centrodestra deve presentarsi unito alle prossime elezioni amministrative se vuole, con al fianco le principali espressioni del civismo sociale, avere qualche possibilità di vincere. Soprattutto dopo aver constatato che queste divisioni stanno creando sconcerto e preoccupazione nell’elettorato. Si apra quindi subito e senza preclusioni un dialogo e un confronto per trovare al più presto il comune denominatore perché si presenti un unico candidato Sindaco, scelto e condiviso da tutti. Mi rendo conto che forse sto chiedendo a tutti un grosso sacrificio, ma lo ritengo assolutamente necessario se non si vuole da subito rinunciare ad essere delle vere e credibili alternative all’attuale governo della città. Con il sistema del ballottaggio c'è un obbligo etico e morale ad andare alle elezioni uniti, perché non farlo significherebbe quasi sicuramente rischiare o creare le condizioni per rischiare di non andare neanche ai ballottaggio. Sono convinto che solo presentandoci uniti avremo questa possibilità. Mi auguro che questo richiamo all’unità non cada nel vuoto e mi auguro soprattutto che la ragionevolezza vinca sui calcoli e le alchimie elettorali. 
 Natale Arcuri Coordinatore PROGETTO RIMINI