martedì 5 gennaio 2016

Non ci siamo proprio

Come dice mia mamma "chi si loda si sbroda" e chiedo scusa se torno ancora un attimino indietro sul Capodanno riminese ma non l'ho ancora "elaborato" direbbe uno strizzacervelli e la lingua batte.., come non ho ancora digerito il cotechino del 31 - "150.000 persone in P.zza Cavour", fonti del Comune: ma dài! Quindi nell'approfittare della occasione augurando a tutti una felice Epifania volevo tentare di portare i lettori ad un livello di riflessione più profonda. Allora io crédo che noi per citare l'amico Dalla l'anno che verrà dovremmo attuare una inversione di marcia perchè ci stiamo allontanando a livello assiologico (=di valori) dallo spirito della Natività e feste annesse, e gonnesse: e non è un caso, signori! non un caso se S.E. il Vescovo Mons. F. Lambiasi possiamo dirlo con estrema serenità guardate se l'è data a gambe in Terrasanta pur di allontanarsi dalla Città del Vizio ma soprattutto del casino di giorni e giorni, lanciando ai miei occhi un preciso segnale alla Amministrazione: non-ci-siamo! Venendo al merito dicevo il Capodanno deve recuperare, a Rimini più che altrove, lo spirito primigenio. Che è sintetizzato dal proverbio latino "simul in anno licet insanire": "una-notte-di-festa-a-sfonnasse-ma-dopo-basta", si volta pagina. Se rammentate fra ragazzi passatemi la trivialità si diceva "chi... l'Ultimo dell'Anno..": questo è per me lo spirito da recuperare: una notte di casino, feste, "oblìo", svacco, ma il 2 amen amaro in bocca cerchio alla testa e si chiude baracca e burattini. Pertanto queste insensate e non confortate idee del "capodanno diffuso", del "capodanno che te lo dà il Comune", del "capodanno che dura fino al venti", del "capodanno culturale" ("-stavo ammivando quel Picaffo, cava...- Oh, delizioso, ma non un Mivò!?") etc. sono la negazione del Capodanno che è per sua natura "volgare" nell'accezione etimologica dell'aggettivo, concentrato nel tempo in poche ore, "catartico", uno notte di follia, la ragione si fa da parte ("Simul in..."). Quindi per la mia sensibilità: tutto da rifare! 
 Cordialmente, Pascale Prof. Nemo