sabato 30 gennaio 2016

Oltre a qualcosa

La nostra quotidianità è ormai talmente intrecciata fra il reale, il surreale ed il virtuale, che spesso non distingui più il vero dal plastico, il falso dall'immaginario, l'attuale dal precedente. Alla fine qual'è il nostro riferimento? La parola. Unica, ineludibile forma di espressione di pensiero, di sentimento, di passione, di sconforto, di gioia, e quanto di altro ancora si possa mettere dentro una parola. La parola è rimasta ancora la forma più completa e pratica per comunicare, per esprimere qualunque cosa si riservi dentro ognuno di noi. La parola è spada dell'anima, gemma del cuore, scrigno del pensiero, culla del conforto; ma tutto questo quando e solo la doni con la tua voce, con lo sguardo espressivo del sentimento che riversi al tuo interlocutore o al meglio nell'agorà della doxa. Altre condizioni di contorno non esistono, e se esistono sono sempre distorte ed effimere. La confusione che si genera nelle missive mediatiche dei blog, dei social network, e dei giornali, nascondono spesso la vera natura degli intenti, quanto la convinzione della propria opinione, sebbene ognuno abbia le proprie ragioni, imperturbabili e giuste. Eppure mai esiste una verità e una prova altrettanto vera quanto la verità della propria ragione : alla fine ognuno coltiva il proprio giardino. Ognuno cammina sul proprio seminato, glorioso del proprio passato raccolto, ma mai si è altrettanto capaci di seminare e raccogliere lo stesso frutto nel campo del vicino. Cui prodest? Perchè mai spendersi per una causa comune quando posso gestirne una in proprio? Cui bono....Chi ne beneficia? Questo non lo so davvero! Una cosa sola credo di aver compreso: che la saggezza e l'umiltà del pensiero profondo e concreto, richiedono il sacrificio, l'abnegazione, la fede, la costanza, la delusione, l'amore, le lacrime, l'affanno, la gioia, il dubbio: l'alchimia di questi ingredienti così rari e preziosi non si inventano e non si ereditano, ma si coltivano nel tempo e con perseveranza. Per nascere bastano nove mesi, per crescere e diventare uomo ci vuole una vita, per la politica non basta l'eternità. Ernesto Reali