lunedì 26 settembre 2016

Il Salento

Il Salento è quella stupenda penisola che funge da tacco dello stivale. Dista mediamente oltre 1000 chilometri dai grandi centri del nord. In auto alla media (fortunata) dei cento, ti costringe a 12 ore di viaggio. Tra carburante e pedaggio sono almeno 400 euro. Sempre meno di quanto paghi all'anno un chioschista (naturalmente) civico. Se intendi ritornare a casa, anche dopo avere incontrato D'Alema, sono altrettanti. Rimini dai centri rifornitori del nostro turismo dista meno di un quarto. I bolognesi e modenesi, che si vedono ormai solo a Riccione, andavano e venivano durante la settimana. Il raffronto secondo i meri parametri della spesa di viaggio è impietoso per noi. La differenza di oltre 600 euro ti permette una vacanza settimanale in un albergo a scelta che va dalle tre stelle (abbondanti) in su. Parlo di una famiglia di tre persone in attesa che il Fertility Day della sciagura governativa produca i suoi effetti creativi. Io capisco che il mare sia trasparente, ma senza controlli, e poi vuoi mettere le masserie con le feste della saraghina? Però credo vi sia un limite anche alle bugie della stampa sodale a Gnassi. La domanda scomoda non è quello che offre il Salento ma cosa rimane del Prodotto Rimini? Quesito troppo difficile per una consigliera a 5 Stelle. Qualcuno che conosce bene il retro-mondo pentastellato racconta che i tre fortunati estratti alla lotteria riminese, grazie alla furbizia di Cardone, sono arrivati al loro dorato capolinea. Sarebbe bello il contrario!!! In qualsiasi altro partito perfino nel Pd erano già a casa a leccarsi le ferite o guardare le foto sulle scale del Palazzo Garampi. Il conto economico, molto dozzinale, me l'ha regalato un vecchio milanese con seconda casa (da sempre) a Viserba. Mi incolpava, come se fossi nella Giunta con Morolli, che da anni non ha più la sensazione di essere in vacanza. E' stato anche gentile, si sentiva che era più amareggiato di me, che ho anche votato per i grillini, quando c'erano. Provate a pensare quale attrattiva possiamo avere nei confronti del mercato estero. Sono tutti ragionamenti inutili, per questa amministrazione contano solo due cose: lasciare la spiaggia com'è e regalare la gestione delle scuole dell'infanzia (anche in stato avanzato) ai privati. La vittoria di Gnassi è frutto di un intelligente, ma politicamente cinico, patto parasociale. Avevamo uno degli scali con le migliori prospettive. E' calato il silenzio di volo. A cosa serve tenerlo in vita artificiale? Per la nostra ex industria principale niente. Ancor meno per il Palas. Non rimane che la Fiera MacFrut. Vogliamo parlare di questo o dobbiamo rassegnarci a leggere al bar le imprese festaiole del sindaco ..ingiudicabile? 

PS Un Paese che si aggrappa d un referendum per cacciare un premier mai eletto, si meriterebbe di peggio. Arriva.