venerdì 25 agosto 2017

Le Mura Bucate

Per chi vuole riflettere. Conosco (molti) cittadini proprietari di aree con vincoli ambientali più leggeri delle Mura che hanno visto le loro istanze di condono rifiutate per avere "spostato" una finestra. Non erano aspetti architettonici importanti da centro storico, ma solo fasce di rispetto della Marina, oppure il Marecchia/Ausa. Hanno ragione quei (pochi) cittadini che vorrebbero capire la metodica con cui la Sovrintendenza rilascia queste autorizzazioni, ma soprattutto la "logica" delle commissioni comunali che esprimono i preventivi pareri. Parto proprio da questo: per quanto ne so o ricordo non credo abbiano linee guida comportamentali e neppure metodiche di lavoro. Qualcuno potrà obiettare che il brutto o il bello non può essere regolamentato da vincoli burocratici o deciso da Sgarbi. Se però "bocci" un gazebo di 10 mq per un mosconaio, devi almeno spiegare perchè strutture di centinaia di metri (Arene e Boa Beach) risultano (felicemente) autorizzate. Anche il piccolo gazebo è definito stagionale, smontabile e non emette decibel assordanti. Faccio questa precisazione sulla rimozione invernale, perchè è "costume" verificabile passeggiando (anche) canemuniti che si contano sulla mano i bagnini e chioschisti che rimuovono i "loro" gazebi. Qui investiamo la catena dei controlli, smetto subito. Ci sarebbe del lavoro nel campo minato della sabbia anche per l'estate, osservando se i "pergolati" sono in regola e fanno passare gli agenti (?) atmosferici. Difficile sostenere che la materia non sia oggetto di ampia soggettività. Le passerelle con le mura bucate sono il caso più eclatante, visibile e commentabile da tutti anche bevendo un ottimo caffè. La Tesi argomentata dal Sindaco (o chi per lui) che così si vede meglio il Ponte di Tiberio è davvero spassosa. Da altre, meno domestiche, visuali, appaiono invasive fino a negare l'assieme stupendo rappresentato dalle storiche cartoline. Tornando alla soggettività che fa pendere la bilancia sempre dalla parte più potente, ritengo che si debba ritornare alle antiche normative sull'Ornato. Avevano il pregio di muoversi con regole precise e..uguali per tutti. In questa democrazia autorizzativa ci metto anche la gestione degli spazi pubblici. Un conto è occupare in una piazza un limitato spazio con tavolini e ombrelloni, altro (molto) che la piazza diventi la dependance del ..locale. S.Giuliano, con la futura e avveniristica vision, docet. Costume che peggiora quando investe i giardini. Il verde pubblico diventa marginale rispetto alle infrastrutture più o meno precarie nel tempo delle..feste. Anche non volendo si ritorna sempre sul tema dei controlli. Ho allargato la "querelle" sindacale sul Ponte di Tiberio diventato giustamente di Andrea perchè nella Tesi difensiva pubblicata, si è arrivati a scomodare la "Cultura" a difesa della Città. Non puoi usare improvvisate regolamentazioni come delibere e ordinanze per la realizzazione di opere che la legge definisce costruzioni, regolamentate con i necessari strumenti urbanistici. Ad un periferico bar viene vietato, consentito invece in un centralissimo concorrente nel centro. Il Vangelo di Rimini è il Master Plan. Altro primato dell'urbanistica a soggetto..richiedente. L'organo competente, quello che il Carlino chiama simbolicamente Consiglio Comunale è svuotato da ogni competenza. Vengono retribuiti poco e male, non è una scusa. Ci vorrebbe solo che "qualcuno" con altri decidesse di sistemare politicamente, socialmente, curialmente e..bancariamente la Città. Intanto dopo (soli) 41 anni ho scoperto che sono "erarialmente" indagato per avere costruito e realizzato una scuola in tempi miracolosi. A Ischia invece va tutto bene.