martedì 1 agosto 2017

Centomila, Uno, Nessuno

A guardarsi intorno viene da piangere... Dopo la seconda guerra mondiale erano forse centinaia di migliaia i cittadini che si impegnavano a ricostruire l’Italia, anche e soprattutto politicamente. Poi sono arrivati gli anni novanta, gli anni della svolta...le nuove frontiere aperte, le tecnologie industriali consolidate, la sanità pubblica in estensione, le avanguardie culturali ormai nella coscienza degli italiani...e poi...purtroppo, è arrivato lui, il signor B, che ci ha fatto capitolare nell’illusione di condurci alla salvezza, ci vendeva la leggerezza al posto del sudore, ci “consegnava” il posto di lavoro invece della possibilità di realizzarci, fomentava il pensiero individualista del singolo componente nel ristretto nucleo familiare, vittorioso se riusciva a raggiungere gli standard di vita capitalistici, perdente se conduceva una vita socialmente attiva. Costui ci costruiva il paradiso in terra, mentre costoro (la controparte politica) più volontariamente che inconsciamente, lo utilizzavano come metro di paragone per definirsi ancora una sinistra (più che altro solo una non destra) accettabile. Chi lo idolatrava, chi lo disprezzava, tutti ne hanno tratto vantaggio, però personale e di posizione per cui politico nel senso moderno del termine.. Così si è affermata una idea di politica legata quasi esclusivamente ai contesti produttivi e di potere, slegata invece dalle condizioni di vita delle persone. I vissuti non contavano più, le costruzioni di coscienza collettiva meno che meno... Fino ad arrivare ad oggi dove le persone sono indotte a distinguere un atto civico da un atto politico e ad allontanare dall’attivismo civico quello politico (o viceversa). Gli italiani pensano di essere vigorosi se si distaccano dall'impegno politico e si rifugiano in quello civico pseudo volontaristico. Così ci siamo ridotti a fare politica chiamandola “attivismo civico”, nei comitati, nelle associazioni, nelle fondazioni e via via fino a costruire degli imperi cittadini inclusivi per chi sottostà al regolamento, e si impegna a dare un'immagine sacralizzata del proprio ruolo, esclusivi per tanti che si muovono per sincera passione. Purtroppo poco funzionali alla gestione della realtà pubblica. Forse abbiamo perso la bussola, ci auguriamo di ritrovare la ragione.
Cavaliere Bianco