sabato 5 agosto 2017

L'Erede

Ammettendo che qualcuno si mostri d'accordo con Mussoni Giorgio, presidente Oasi, quando afferma che "solo" i bagnini sono in grado di decidere cosa sia meglio per il futuro della spiaggia, il teorico plaudente dovrebbe però ricordare che dopo quasi 50 anni di presidenza di Oasi o cooperative.. di servizio, dovrebbe mostrare qualche tonnellata di studi, proposte, progetti o perfino analisi sui flussi migratori delle spiagge. Mussoni è stato l'erede del "grande" Botteghi Walter, il primo che prese per mano e ombrellone i colleghi ed iniziò a fare politica. Venne scelto il partito repubblicano con Spadolini come solido approdo in cambio di pochi ma fedeli voti. La categoria non contava come adesso, il nemico era il Pci. Esisteva una grossa corrente che avrebbe "municipalizzato" molto volentieri la gestione di un bene comune. Come i pentastellati che quando non sanno cosa fare (sempre) si innamorano del bagnino di turno. La colpa è della piattaforma Rousseau. Lo scrivente si è occupato e innamorato della spiaggia da sempre, con Giorgio esiste un'antica amicizia, rotta solo quando l'ho battuto in una gara di nuoto. Lui allora era il salvataggio nelle mie acque. Non ho però mai letto un documento delle categorie interessate che travalicasse la solita e stantia richiesta di "possedere" in aeternum le zone assegnate, vendute, comprate per le ragioni più varie, compresa quella di avere esercitato il salvamento. Uno dei tanti sindaci con i quali ho lavorato (Gnassi mi manca) raccontava anni fa che chiese ai bagnini una proposta per il rinnovamento. La risposta fu lapidaria: meglio di quello esistente non c'è. Pizzolante li ha presi sul serio. Non sono certo sorpreso della risposta che Mussoni regala a Renzi (Gioenzo) da non confondere con l'altro che ha mandato via la gente dal 46. Ha affermato, forse convinto che le cabine di cemento servono per proteggere materassini, palette e secchielli. Non significa che Gioenzo abbia ragione, pensa probabilmente di mettersi a capo del prossimo Comitato contro la pedonalizzazione (alla Gnassi) del Lungomare. Altrettanto assurdo è l'atteggiamento della stessa amministrazione. L'idea (?) di fondo sarebbe di creare ambienti diversi da ciò che è definibile spiaggia. Io penso (da sempre) che invece tutte le aree disponibili attigue "debbano" diventare spiaggia. Chi avesse voglia d'imparare troverebbe qualcosa nell'originario Piano che venne cancellato con la colpa di essere troppo innovatore. Allora non si intravedeva il pericoloso Bolkestein. Ricavare con metodi diversi gli spazi pensando che a sud il fronte dei bagni è ridotto ma molto profondo, a nord è l'esatto contrario. Aree importanti per istallare tutte le infrastrutture di servizio che il sistema turistico riminese non possiede. Sono indispensabili per rimanere sul mercato sempre più concorrenziale. Devi aumentare gli spazi per concedere al turista la possibilità di vivere la spiaggia raddoppiando i tempi della permanenza. Pranzare e perfino cenare sollereverre il problema principale per la stragrande maggioranza degli alberghi: la cucina. Occorre arrivare al concetto (riminese) dei grandi stabilimenti, con specifiche vocazioni in relazione alla componente ricettiva. Specializzazione significa qualità. Ne abbiamo bisogno. Non siamo più competitivi con nessuno, un modesto rifugio per le emergenze familiari o per lo sballo festaiolo. Abbiamo la spiaggia come unica risorsa da offrire. Ha permesso a migliaia di persone non definibili imprenditori di lucrare per decenni, una amministrazione lungimirante dovrebbe iniziare un percorso nuovo. Il problema è, come sempre, il Pd. Gli altri non contano e non hanno mai capito un ca.,,.