giovedì 10 agosto 2017

Operazione Carim

La chiamano così la eutanasica fine della Cassa di Risparmio di Rimini. A dire il vero l'inizio (della fine) è stato quando hanno abbreviato la denominazione consegnandola alla Fondazione. Per farla sparire devono solo compiere una delicata operazione di lavaggio dei debiti. Nel (quasi) silenzio della stampa di regime e soprattutto dei (nuovi) complici del disastro finanziario, sociale e occupazionale si chiude il sipario su una delle più "belle" banche del sistema italiano. L'hanno amministrata come fosse un aeroporto. Ci sono voluti però decenni per spolpare i leggendari fondamentali che la mostravano come una delle regine del mercato. Un perfetto equilibrio tra risparmio, impieghi e..sofferenze, quasi inesistenti. La "fine" della Carim si può annoverare tra i pochi (pochissimi) argomenti mai trattati da Gnassi. Devo dire che l'unica colpa e nel "non" vigilando politicamente. Il suo e per tanto tempo mio partito ha avuto con la banca del territorio un rapporto tra l'inesistente e il ..cretino. Ricordo lo stupore di Zaffagnini quando gli dissi (1980) che il Presidente della Cassa "contava" più di lui nella città, mentre noi (Giunta e Partito) non contavamo niente. Quando hanno piazzato i migliori piddini esperti in bilancio di partito le cose si sono messe decisamente meglio. Credit Agricole valuta le tre casse, Rimini, Cesena e S.Miniato, 150 milioni. Prima di acquistarle aspetta l'esito del "lavaggio" dei crediti inesigibili dal Fondo Interbancario (noi). L'unica bella notizia: La Fondazione non conterà più niente. Troppo tardi.