giovedì 22 marzo 2018

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Nell'epoca della democrazia recitativa.
La differenza tra dittatura e democrazia è che in democrazia prima si vota e poi si prendono ordini, in dittatura non dobbiamo sprecare il nostro tempo andando a votare. (Charles Bukowsky)
É noto che fin dagli albori del pensiero filosofico occidentale che si è sviluppato nell’antica Grecia, filosofi come Socrate e Platone vedevano nella democrazia la forma peggiore per reggere e amministrare lo Stato. Per dirla alla Pirandello “…la causa vera di tutti i nostri mali, di questa tristezza nostra, sai qual è? La democrazia, mio caro, la democrazia, cioè il governo della maggioranza. Perché, quando il potere è in mano d'uno solo, quest'uno sa d'esser uno e di dover contentare molti; ma quando i molti governano, pensano soltanto a contentar se stessi, e si ha allora la tirannia più balorda e più odiosa; la tirannia mascherata da libertà.” In un’ottica più scientifica si muove Emilio Gentile, autore de il saggio,“ il Capo e la Folla” e "In democrazia il popolo è sempre sovrano” Falso!, il quale sostiene che con la “la carenza di una classe politica che affronta i problemi, se vengono a mancare le strutture in cui le persone sono educate alle scelte della politica, dove si sentono ascoltate e rappresentate, allora scatta la figura dell'uomo forte al comando. Apripista in Italia, Silvio Berlusconi in primis agli albori della Seconda Repubblica che cavalcando questo desiderio, si afferma. Come dice il professore Gentile : “sull'uomo forte da anni è stata messa in scena una vera e propria “cinematografia, in virtù del fatto che i cittadini non sono più in grado di influenzare davvero le scelte dei governanti”. Si invoca sempre più “l'uomo forte" che sappia incarnare e intercettare sempre più i bisogni del popolo. Pensiamo al primo Renzi a Di Maio, Salvini, tutti leaders che riescono a rendere sovrano il popolo attraverso loro stessi in modo viscerale, come rappresentanti, travalicando quel rapporto diretto con quello che ormai la politica, la cura della Polis, ha perso di vista e non sa più che orientamento assumere. Infatti mai come in queste elezioni è stato promesso di tutto! Fenomeno analogo a quello che va sotto il nome di “reality distortion field “ coniato da Bud Tribbel della Apple, che spiega la capacità carismatica dell’oratore di entrare in empatia con il pubblico per portarlo alla sua visione della verità, e di weltanschauung, Steve Jobs tra tutti docet. Un pò come nell’antica Grecia dove il politico si serviva di due elementi imprescindibili: oratoria e demagogia. Cosa é diventata la democrazia ai giorni nostri se non una dittatura di stampo libertario? Il pensiero post sessantottino tronfio della propria verità, ha sempre sostenuto che anche nella sua involuzione, la democrazia é comunque essenzialmente libertà di espressione, non tenendo conto della sua trasformazione in liberalismo sfrenato, tanto da lasciare talmente liberi da restare impotenti contro le libertà di lobbies e caste italiche. Da tempo i Paesi occidentali mostrano una sfiducia e irritazione crescente nelle istituzioni democratiche. In Italia la fiducia nei partiti non supera il 6%. Uno degli ultimi sondaggi dice addirittura che molti cittadini europei rinuncerebbero alla democrazia in nome della sicurezza. Pensiamo alle figure di uomini forti come Trump e Putin. Ovviamente in tutte le democrazie occidentali la libertà di votare c'è. ma quello che si si è perso è la capacità di poter scegliere alternative valide, per il semplice fatto che le formazione politica mettendo a capo il proprio leader forte, cercano di interpretare i bisogni del popolo che in realtà scaturiscono dalla vita di tutti i giorni e nel locale, ma soprattutto, lontano dalle logiche di palazzo.
 Fabrizio Tinazzo