mercoledì 14 marzo 2018

Commercio Vietato

Non è credibile l'assessore al Commercio e alla PM Sadegholvaad in questa sua personale crociata contro l'alcool ai minori. Anzi: il Comune è il primo soggetto a Rimini a organizzare, promuovere, patrocinare feste alcoliche, quali la "Molo", e l'alcool non è sostanza benefica, né per minorenni, né per i giovani adulti né per nessun altro come ben sa qualsiasi medico. Basti dire che qui c'era un unicum mondiale direi quale era la Nove Bar: con tanto di vigili a vigilare sui ciclisti ebbri che poi fatalmente per chi lo rammenti rovinavano contro persone, cordoli, siepi, uno spettacolo della "peggio gioventù" sotto le insegne del Comune e adesso vorrebbero far credere che, compito che non spetta a loro tra l'altro ma ad altre istituzioni, asl, scuola. Vorrebbero far credere che sono in prima linea contro il consumo di alcool, ma che sciocchezza! Ieri, ma quando si dice il caso, quasi contemporaneamente alla diffusione di un comunicato stampa a firma Indino-Callà commercio e bar ristorazione in cui si lamentava l'eccessivo peso della Tari comunale, l'assessore ha diramato a sua volta per tutta risposta un comunicato in cui afferma che così e colà per il comune sarebbe una priorità la lotta alla vendita di alcool ai minori o al di fuori dei luoghi o degli orari consentiti etc., e rivelava ai media locali il caso di un commerciante che avrebbe intestato alla consorte... etc. Nella realtà questa congerie di regole ferree per cui quando c'è aria di grossi incassi di birra a fiumi, feste & festival, tutti i divieti etc., celano per il mio sentire lo scopo di favorire pub, bar e ristoranti. Ma non solo: con la guerra a questi piccoli store bengalesi si vuole mostrare a chi sa leggere questi messaggi che l'Amministrazione è contro il piccolo commercio, specie alimentare, e che la birra te la compri al supermercato e giammai da questi pezzenti venuti dalla regione indicata fino a qualche anno fa come la più povera al mondo: il Bangladesh. Quindi le due facce dell'amministrazione: l'immigrato buono della Lisi che ingrassa le cooperative e un domani si spera che qualche parùn che lo assumerà nei campi o in fabbrica piuttosto che come garzone di spiaggia o di hotel, con resa tripla di un italiano grasso e vecchio; e l'immigrato cattivo, quello che fa impresa e mette i bastoni fra le ruote ai ristoratori a soprattutto alla grande distribuzione. Non tanto per i volumi di vendita che sono irrisori ma per un fatto simbolico: non-c'è-trippa-per-gatti: nulla deve insidiare il monopolio e mostrare che alternative sono possibili, che c'è chi lancia la sfida ai colossi accontendosi di margini a cui l'italiano oggi non vuole più piegarsi. Colpirne uno per educarne cento: questo è: e questi sono messaggi che l'assessore manda per mostrare a chi sa che niente scappa alla ferrea legge della divisione fra i templi degli acquisti alimentari e i luoghi della ristorazione: non c'è spazio al di fuori di queste forme a Rimini, sebbene la legge lo consenta e nulla osti e anzi i consumatori ne gioverebbero. Tra l'altro soggiungo che, oggi come oggi, il problema all'ordine del giorno come ben sanno le forze dell'ordine relativamente a minori giovanissimi giovani è il ritorno del consumo di droga. essendo passato l'alcool in secondo piano nell'interesse dei giovanissimi, data l'enorme diffusione di droghe leggere quasi completamente sdoganate, ed essendo tra l'altro il consumo di alcool assolutamente legale, sebbene ovviamente sconsigliabile.
 (in foto la meglio gioventù patrocinata dal Comune qualche anno fa prima della svolta proibizionista) 
Alex Alexander Zobeta