sabato 24 marzo 2018

Ius Osculi

IUS OSCULI o "diritto al bacio" era una prassi dei latini i quali, nel corso del I secolo a. C. per combattere l`abitudine di bere vino per le donne fu stabilito che qualsiasi uomo avesse incontrato per strada una sua parente, poteva avvicinarsi per controllarne l`alito ponendo le sue labbra su quelle di ella e se trovata alticcia la sanzione poteva constare anche nella pena della morte. Non stupisce dunque se fra i baci piu` celebri, quasi coevo alla prefata pratica, vi sia quello di Giuda Iscariota. La portata di questi baci contrastano l`idea attuale del gesto, considerato dai piu` alla stregua di "un apostrofo rosa messo tra le parole t`amo." (Cyrano de Bergerac, E. Rostand). Cio` che rileva e` come l`approccio al bacio fosse piu` strumentale e congeniale a servire il dualismo fra bene e male nel passato e non enfatizzato a descrivere quasi esclusivamente il sentimento assoluto dell`amore. A un attento osservatore tuttavia non potrà sfuggire come si possano baciare cose e persone con significati e/o sfumature diverse. Ancora i Romani antichi, pragmatici come erano, solevano distinguere tre tipi di baci: l`osculum, il basium e il savium. Il primo rappresentava il rispetto, usato per l`amore filiale et similia, il secondo indicava l`affetto usato fra coniugi, l`ultimo indicava la libidine e si scambiava con le prostitute. In queste categorie può rinvenirsi la ratio del bacio accademico, di quello a scopi religiosi, quale il bacio cardinalizio o il bacio che si scambiavano gli alti papaveri della nomenklatura sovietica. Artisti: poeti, pittori, musicisti, cantastorie, scultori, scrittori hanno sondato questo gesto, capace come la risata di distinguere l`uomo da ogni altro essere appartenente al Regno animale, rassegnando ad esso parole tali e colori si` magnifici, da ascriverlo quale soggetto al vertice dell`Olimpo del progresso umano nella esaltazione dell`amore, qualunque esso sia. Dovrei scrivere,e, lo vorrei ancora tanto, ma lo spazio ormai langue se non voglio che la lettura diventi tedio. Manifesto dunque in conclusione la ragione di questa filippica intesa a riconoscere la genialità del murales sbocciato a Roma in questa primavera, che ritrae il bacio saffico fra Di Maio e Salvini, che richiama quello fra Breznev e Honecker. Solo il tempo ci dirà se sia espressione di vero amore o solo la corsa di un calesse. Una cosa tuttavia e` certa: all'amore non si comanda! Con la speranza che niuno lo voglia impedire, altrimenti non gli resterebbe che la "fuitina", causa di tanta preoccupazione nei genitori, parenti e amici tutti. Mica sono ancora maggiorenni d`altronde.
P.S. In incipit il capolavoro perduto: l`ultimo bacio di Roma (autore sconosciuto)
Roberto Urbinati