martedì 15 dicembre 2020

La Prescrizione

La prescrizione racconta dello scorrere del tempo e degli effetti di questo inesoraribile moto verso il termine. È metafora dell'esistenza che si compie fra due direttrici certe e relativamente indipendenti: il tempo e lo spazio, cornici della nostra scena. La prescrizione che l'uomo più teme dunque è la morte. La 'livella' la chiamava Toto', perché non entra nel merito delle condotte. E del resto con un pentimento, per quanto tardivo, si può comunque ambire al regno dei cieli, per effetto della iustitia dei, di cui godette anche Dismas, il gran ladrone che condivise con Gesù l'ultimo respiro sul Golgota: Lama sabactani. Gran giubilo per una dichiarazione di prescrizione quindi non mi pare corretta celebrazione natalizia. Solitamente si accoglie in silenzio! È una fictio iuris, peraltro rinunciabile per chi volesse dimostrare la propria innocenza, che grazie alla maggioranza giallorossa tanti cittadini non potranno più beneficiare. Dalla politica, con protagonisti parte dell'attuale maggioranza, mi sarei per coerenza, se non per professione di fede, atteso quanto invocato dal PM Bertuzzi, senza scomodare sempre Silvio, che non vi ha mai rinunciato dando l'esempio. Ma da qua ad arrivare che sia colpa degli avvocati che "hanno difeso anche la Franzoni", come sono stato costretto a leggere, senza che qualcuno alzasse verbo o cartellini gialli, ci passano duemila anni di civiltà. Sono stato costretto a leggere di tutto, ma ciò che più mi ha stupito è l'erronea, surrettizia e maldestramente tentata, equiparazione fra istituto della prescrizione e assoluzione con formula piena. Spiace raccontare che non è così, come spiegavate a parti invertite non fosse per Andreotti. Ricordate? È solo un pizzicotto per permettervi di uscire dall'enfasi di un sonno della ragione per taluni, di un incubo per altri. È semplicemente un 'colpevole' e complicato atto di indifferenza e pigrizia che il passare del tempo lesina agli ultimi fortunati prima della riforma in Bonafede. Quando ciò accade credo sia una sconfitta complessiva: per l'ordinamento e per gli innocenti. Raccontarla diversamente rischia di consegnare un senso ad una riforma che credo convintamente, invece, un senso non ne abbia, ne mai avrà. 
Roberto Urbinati