mercoledì 2 marzo 2022

Un Giornalista

Ho ascoltato un giornalista che parlando dell'Università di Rimini, sottolineava l'assenza di rapporti tra il nostro Ateneo e la Città, addossando la colpa ai docenti che, non essendo riminesi, finiti gli impegni professionali, prendono auto /o treno e tornano nelle loro città. A me è sembrato il teorema (solito) del "destino cinico e baro". Viene rielaborato tutte le volte (sempre), quando succede qualcosa non propagandabile. La prima azione logica, con la stessa tessera, sarebbe quella di coinvolgerli in maniera attiva. Impossibile: a Rimini il sapere universitario e quello spicciolo, sono subordinati al volere e potere locale. Di solito il sistema non attrae quelli/e abituati a guardare la luna, non il dito del sindaco. Difficilmente assoggettabili alla mediocrità vigente. Se fosse possibile avrei chiesto al giornalista di casa e cuccia protetta, perchè (ad esempio) il responsabile della programmazione strategica riminese, con le "future" figurine, è un albergatore. Come pittore amatoriale niente da dire, ma i risultati si vedono. Una navigazione a vista ed effetto con ricerca spasmodica degli applausi.  Gli effetti sono in Piazza Malatesta depredata dei parcheggi ma arricchita dalla nebbia. Teatro degli intimi, lungomare, già zeppo di rifacimenti, con l'estemporanea erboristeria sparsa dalla bora, periferie abbandonate e palestre per il furto acrobatico. Piazze dedicate alle zuffe notturne. La novità, nel mese delle fogheracce, è l'applicazione alle auto in sosta. Siamo tutti ..Paesani. Che dire della mobilità, permutata con il monopattino piddino? Il centro storico tristemente abbandonato dalle attività, splende specchiandosi nel castello. Si complimentano tra loro, però si votano, fedelmente. Destra o sinistra cantava Gaber. Siamo le migliori capitali, come noi non c'è nessuno. Il confronto nella sala consiliare è bandito. Devo dire però che la minoranza è un concetto astratto. Potenzialmente vincente con largo margine, ma la storia si ripete. Argomento trito, usabile per la facile ironia. Una riuscita operazione, con il paziente morto. 
massimo lugaresi