mercoledì 30 marzo 2022

Un pò di Aritmetica

Facciamo un po' di aritmetica. Un aumento al 2% del PIL delle spese militari su base annua, rispetto all'attuale 1,4%, significa un accrescimento dagli attuali 26 miliardi di euro a 38 miliardi, ossia un più 12 miliardi circa ad essere ottimisti. Una vera e propria corsa al riarmo comune a tutti i Paesi che si dice decisa nel 2014, ossia prima della pandemia e della guerra in Ucraina. Se mettiamo a confronto questa voce di spesa del bilancio dello Stato con quelle, lasciando stare gli investimenti in aiuto pubblici per lo sviluppo, cioè i fondi dedicati per contribuire a progetti a favore di paese a basso tasso di sviluppo, che pure ci siamo impegnati ad aumentare fino allo 0.7 del PIL, con la spesa per il contributo alla povertà, detta anche volgarmente "Reddito di cittadinanza", che ci ha impegnati per circa 19,8 miliardi in oltre due anni, essendo l'erogazione partita nel marzo 2020 e il computo temporale di calcolo è fino a dicembre 2021, si comprende la portata dell'aumento di cui si dovrà discutere in Parlamento. Se poi per mero esercizio teorico ai 19,8 miliardi per il sostegno alla povertà aggiungessimo quelli spesi per sostenere imprese, famiglie e cittadini in difficoltà per causa della pandemia da Covid 19 arriveremmo a complessivi 27 miliardi. Potremmo dire che fin qui spese militari (26 miliardi) e spese per sostegno alla povertà ed ai cittadini per fronteggiare la pandemia (27 miliardi) sostanzialmente si equivalgono. Con questo intervento, invece, Governo e forse Parlamento, qualora decidessero l'aumento fino al 2% del PIL delle spese per un riarmo, portandola a circa 38 miliardi, di fatto, opterebbero di preferire quest'ultima rispetto alle altre. Credo da questi dati, salvo errori et omissioni, rampolli un tema politico. O forse pare solo a me? 
Roberto Roberto Urbinati