Rimini Life, la società che si è aggiudicata l’area ex Damerini, per una Questura mai nata, ha duramente polemizzato con il sindaco Sadhegolvaad, accusandolo di non rispondere alle domande per non affrontare una delle “patate bollenti” ricevute in eredità dal suo Principe. L’area era già salita agli onori della cronaca ai tempi di Melucciov, quando, addirittura, interpellò il Gabibbo per cercare di dare una scossa all’impasse che a quei tempi soffriva la Questura, con un Governo “non amico”. Ora il progetto EsseLunga incorporata, langue in qualche ufficio del Comune. Il primo cittadino, butta la palla in tribuna, come un “catenacciaro” in attesa del Pug. Non avendo (fortunatamente) la “Vision” e nemmeno il carattere del suo predecessore, si trova a girovagare per il campo, come faceva il “Migliore”, quando giocava nelle “speranze” del Cesena Calcio. L’unico acuto lo mostrò con il trasferimento del mercato ambulante, ma l’operazione era funzionale all’Uomo che sussurrava al rinoceronte di piazza S Martino e sentiva i bisbiglii del teatro con il castello. Dura per i Sindaci anche quelli vicini, sospesi. Non riesce a chiudere l'area Fox con Coop amica, figuriamoci la bega di via Ugo Bassi. Sarà un'altra Murri o forse Novarese in salsa Coop 7? Il Centro Benessere più bello del Mediterraneo, oltre ad attirare milioni di turisti, doveva essere la meta degli oligarchi russi. Un consiglio a Rimini Life: evitate l'uso di frasi del tipo “interesse della città”. Con la chiusura del ponte di Tiberio, più che alla città, sono stati fatti gli interessi dei ristoratori e i “poveri” residenti del Rione Clodio ora pagano le conseguenze.P.S.
Prepariamoci, arriva la Bolkestein. Una telefonata al vecchio e grande democristiano Ermanno Vichi, può regalare qualche consiglio.
Don Camillo