domenica 10 settembre 2023

La Mutazione

I cosiddetti riformisti, termine molto più vago e fighetto del democristianesimo e socialismo alloggiati nel Pd, si allontanano dalla versione piddina a 3 cittadinanze.  A destra il risucchio della Meloni è forte, al centro c'è perfino confusione nella scelta tra Calenda, Renzi e Tajani, che, senza mutare espressione, è convinto di essere un leader. Linkiesta sloggiata dalla spiaggia di Capalbio, "piange" la perdita della mozione più importante. Rimane quella radicale ed antagonista, un misto di miliardari annoiati e sardine alla bolognese. L'officiante sembra sia sempre Don Prodi. L'ultimo esodo è successo in Liguria, ormai bonificata dai pallidi resti della sinistra. La scelta dei 31 dirigenti in fuga è caduta su Calenda, per ragioni legate al vecchio potere. Nella nostra regione, non è ancora visibile nemmeno una "fughetta", in attesa  di farsi un giretto sul tapis roulant del debito. Il Pd esprime ancora garanzia e sicurezza. I ristori dell'alluvione però passano da altre mani. Primo cambiamento. L'altro molto più importante dei numeri che rappresenta, sarà la rivoluzione demaniale. Un impatto nocivo per il potere consolidato e per il Carlino, finora hanno pescato a coccia. Today non è da meno. 
PS Uscito (forzatamente) Camporesi, è finita l'opposizione. Non doveva nemmeno cominciare. Lucio Paesani corre lo stesso rischio, ma sembra consapevole. 
massimo lugaresi