lunedì 18 settembre 2023

Melucci dice No

Uno dei (pochi) errori commessi nella lunga traversata politica, Melucci Maurizio tenutario e guardiano di Chiamami Città, lo ha fatto schierandosi con la Schlein. Non avrei scommesso sulla scelta perdente. Non è da lui. Su quel campo ha sempre ottenuto risultati sorprendenti, battendo l'elite comunista e quella camuffata. Nelle sue pillole domenicali di politica riminese, ospitate dal Blog, dice no al terzo mandato, non avendo problemi personali. Copia, anzi traduce, l'incomprensibile 3 cittadinanze e capo corrente. La battaglia regionale riguarda Bonaccini ed il suo terzo mandato. Francamente anche io non capisco perchè vi siano Casini, Bersani, La Russa, citati a caso, ma sindaci e governatori votati e voluti dai cittadini non possano proseguire un democratico cammino. Le reiterate nomine sono incitamenti alla corruzione? Una risata vi seppellirà. Tutto, caro Melucci, per concedere una ragione alla Schlein, che una ragione non ce l'ha? Lui (Melucci) ritiene sbagliato togliere il limite dei due mandati a sindaci e governatori, per due (buone) ragioni. Non è sindaco e nemmeno governatore. In realtà, il suo affiancamento ad un personaggio che esce dalla copertina sbagliata, lo indora con un lungo ragionamento sul potere che le due nomine prevedono. Sembra la favola dei bagnini oggi diventati nemici da estinguere. Giocavate ai castelli sulla sabbia, componendo a due mani i piani spiaggia e cacciando il compagno Baschetti. Oggi rivoltate la storia per colpire il governo? Loro sono sempre stati amici della categoria oggi diventata lobby. Coglie (?) invece il motivo per cui la Meloni non è entusiasta del terzo mandato. Rispetto ai voti ha pochi sindaci e prediletti governatori, come se li eleggesse da sola. Campania e Emilia romagna sono i due fortini rimasti. E' sicuro che De Luca farebbe anche il quarto mandato, mentre il terzo di Bonaccini è fortemente in dubbio. Si lancia anche nell'interpretazione delle dimissioni di Filippo Zilli, definito figlio d'arte del collega Oronzo. Le definisce strane, non ca..suoi. Le motivazioni non convincono, problemi personali è troppo vago, tanto meno lasciare il posto a soli 35 anni a forze fresche. Poi arriva dove il dente a sinistra duole. Le dimissioni secondo la intelligence di Chiamami Città, hanno un carattere esclusivamente, totalmente politico. Una sorta di faida interna contro l'eterno Gioenzo Renzi. Insomma i fratelli d'Italia devono avere Famiglia anche a Rimini. La domenica di Melucci chiude così. Pensare a chi hai votato, no? 
massimo lugaresi