Non so e non voglio sapere per quale scopo a Rimini sia in atto una faida, tipicamente piddina, per un problema di tutti. Melucci, oggi corrente antagonista, accusa i bagnini di avere occupato le spiagge e Biagini, suo braccio sinistro, rincara la dose volendo, nella prossima spartizione, le spiagge libere. Siamo al 68 demaniale. Il più cauto Sindaco, per non correre rischi di maggioranza, butta il pallone nel salutare corner del governo. Mancano solo 118 giorni e da Palazzo Ghigi, notoriamente prono ai desideri di una delle più potenti (una volta) caste imprenditoriali, si ode solo un fremito settembrino non la proposta per lo svolgimento dei bandi per tutti. Il rischio concreto è che i comuni e le regioni soprattutto, si comportino im maniera diversa, spesso penalmente rilevante. In questo caso le colpe ricadrebbero sui dirigenti comunali. Uno, non il solo, dei sospetti aleggianti. Cosa può succedere se non arrivano tutti assieme? Requisisci l'arenile, spiagge libere come fosse una Woodstock? Oppure una saggia dilazione della gestione? C'è una terza supposizione, magari smentita dai fatti: mostrare l'inapplicabilità della Direttiva negli ambiti demaniali italiani. Troppo diversi. Rimane il fatto accertbile, leggendo il Carlino, che a Rimini e non solo, ma in quasi tutta la nostra regione i "bagnini" intesi come elettori, sono fedeli compagni di nuotate elettorali, con il Pd, anche con la bandiera rossa. La lettera del Sindaco sembra una risposta a quelle troppo frequenti di Melucci. Fate un congresso non una disputa sulla spiaggia. PS Il mancato commissario regionale ai ristori alluvionali, non potrebbe/dovrebbe farsi promotore di un condivisa posizione da discutere con il governo? Troppo pericolosa, meglio lasciarla alla Santachè.
massimo lugaresi