domenica 1 aprile 2012

Il Viaggio di Monti

Il viaggio in Oriente di Monti? I giornali asiatici non se ne sono accorti. A leggere i titoli dei maggiori quotidiani italiani, la visita di Mario Monti in Asia è stata trionfale. A Seoul, nel summit sull’energia nucleare, Barack Obama ha “citato” il premier italiano come esempio da seguire. A margine del meeting, il presidente cinese Hu Jintao ha “promesso” maree di investimenti in Italia. A Tokyo il primo ministro giapponese Yoshihiko Noda ha “decretato” l’Italia come principale partner per le future operazioni in Europa. Nella visita in Cina, il premier Wen Jiabao ha “affermato” che Italia e Cina sono alleati. Le virgolette sono d’obbligo, perché se si prendessero alla lettera i titoli dei giornali nazionali, Monti in una settimana sarebbe riuscito a surclassare Marco Polo come italiano più conosciuto in Asia. La prima storia, quella della fantomatica citazione di Obama, è già stata smentita. Ma anche se ci fosse stata, il Korea Herald e il Chosun Ilbo, i quotidiani più diffusi in Corea del Sud, non avevano dedicato nemmeno una riga alla presenza di Monti al summit di Seoul. Troppo forte la figura di Obama e il suo fascino sulla folla per oscurarlo. E così Monti per tutta la stampa non italiana è stata sola una comparsa insieme agli altri cinquantotto leader del mondo riuniti nella capitale coreana. Della promessa di Hu Jintao sui nuovi investimenti in Italia, non c’è traccia negli articoli di Xinhua News e China News, le due agenzie di stampa più grandi della Cina. Da Seoul, Monti si è recato a Tokyo. Ancora tanti elogi secondo la stampa italiana, in realtà solo parole di circostanza. La stampa giapponese ha parlato sì di Monti, ma solo per analizzare in senso lato la situazione economica europea. Una situazione che il Giappone vuole evitare. Più spazio il premier italiano l’ha avuto sul quotidiano Nikkei Shinbun, ma solo perché Monti è stato ospite di una conferenza organizzata dallo stesso giornale. La verità? Monti è passato in secondo piano perché dopo di lui è sbarcato in Giappone Mark Zuckerberg. Il patron di Facebook è stato trattato come una star e come un vero leader mondiale, e così di Monti e del suo presunto patto con Noda si sono perse le tracce dopo nemmeno ventiquattro ore. Dal Giappone, Monti è andato in Cina, accolto questa volta dal suo corrispettivo cinese Wen Jiabao. Anche qui parole di circostanza e molta burocrazia. L’attenzione di tutti era rivolta all'arrivo del re di Cambogia. Che infatti è stato accolto dal presidente Jintao in persona, molto più interessato a intraprendere rapporti economici con uno stato in via di sviluppo e in una zona strategica come quello del sudest asiatico. Senza dubbio, il tour di Monti è stato un ottimo progetto e in futuro non potrà che portare nuovi spunti positivi verso l’Italia dai paesi orientali. Non si deve dimenticare però, che è stato solo un piccolo passo iniziale, perciò dipingerlo già come il raggiungimento di un successo è un errore. Monti probabilmente ne è consapevole, sta ai giornalisti italiani non farsi prendere dall’entusiasmo. A proposito di entusiasmo, se in futuro si vorrà fare un titolo sull’accoglienza ricevuta dai nostri rappresentanti all'estero, si guardi come vengono trattati sui giornali stranieri (se ne parlano) e magari anche alla larghezza del sorriso di chi li riceve. Per informazioni chiedere al premier Noda. Il premier Noda con Monti 


andrea indiano
linkiesta.it