lunedì 16 aprile 2012

Cronaca di un Fallimento

Cronaca di un fallimento perfetto. Eccolo il titolo. Viene, così, diretto e spontaneo. Senza bisogno di star lì molto a pensare. Come la “Tempesta perfetta” di Noreater ad Halloween, molto probabilmente, anche le cronache dei prossimi giorni, a Riccione, parleranno di “Fallimento Perfetto”, quando dovranno raccontare quello che c’è scritto nella Delibera di Giunta che da il via libera alla proposta di scissione della Palariccione spa. Operazione che porta la firma del SindacoNazareno e su cui cadrà, come un macigno, larga parte della responsabilità di questo fallimento. C’è da essere davvero ingenerosi a leggere quanto emerge dalle informazioni economiche e finanziarie che accompagnano la Delibera. A partire dalle cifre! Sono 16 i milioni di euro di perdite iscritte a Bilancio. 32 i milioni di debiti da coprire. 7.4 milioni le minusvalenze prodotte dalla vendita delle sale cinematografiche che, con un valore di 11,8 milioni iscritto a Bilancio e un valore di realizzo di 4.2, dicono più di mille parole. Una svendita imbarazzante!. Dati nudi e crudi che costringono, più che consigliare un abbattimento del capitale sociale, dagli originari 20 milioni ai 5.4. Abbattimento che avrebbe raggiunto i 3.4 milioni, se non ci fosse quel 1.6 milioni di euro di patrimonializzazione da richiamare. Una terribile disfatta che adesso, il Nazareno, senza batter ciglio, intende trasferire, pari pari, costi quel che costi, sui conti del Comune. Ma non basta. Questo è, se Dio vuole, addirittura, l’aspetto meno preoccupante. Una gestione fallimentare, certo. Ma nulla di strano o di sconvolgente. Quello che rende questo fallimento, un fallimento perfetto è quello che arriva nella pagina che ci informa sugli impegni che la Delibera impone al Comune di Riccione e alle sue casse. Come hanno dichiarato i rispettivi presidenti, la Provincia di Rimini e la Camera di Commercio, hanno deciso di uscire dalla compagine societaria. Non seguiranno il Nazareno in questa avventura suicida. Ciò impone, o meglio il Comune si impegna a comprare, a valore di carico, le quote che i due soci gli conferiranno. E per non far torto a nessuno, il Comune di Riccione si impegna anche a comprare le quote di tutti gli altri soci che intenderanno avvalersi della prerogativa di revoca. Lasciando il Comune di Riccione, come socio unico nelle due società che nasceranno dalla scissione. Non solo. Il Comune, prelevandole dalle risorse cosiddette “sociali”, quelle cioè destinate a spese per i servizi sociali e di assistenza, si impegna a far fronte, entro fine giugno, al pagamento della rata di circa 1,7milioni di euro, del mutuo ipotecario che la Palariccione ha acceso con Carim e Carisfo, se le banche non accetteranno il suo slittamento a dicembre. E per finire, la nota che lascia tutti con una smorfia di dolore più che di incredulità. La Provincia di Rimini e la Camera di Commercio escono dal Palariccione. Come si sa lo fanno anche perché non possono sopportare il peso di due Palazzi dei congressi. Lasciano Riccione, perché devono stare a Rimini. Nonostante questo nella Delibera che il Nazareno ha fatto approvare alla sua Giunta c’è scritto nero su bianco che la gestione commerciale del Palazzo dei Congressi di Riccione, avrà “unicità provinciale”. Che in parole semplici vuole dire che sarà Rimini a gestire il Palazzo dei Congressi di Riccione con buona pace di Bruno Bianchini e dei suoi albergatori. Questa la fotografia che non lascia scampo a interpretazioni. Poche righe e tanti numeri che avrebbero bisogno di qualche considerazione, o se volete di qualche domanda. Mi chiedo e vi chiedo, dove sono i dirigenti, vecchi e nuovi, quelli dei miracoli a debito, delle nuove prese di distanza, quelli delle grigliate segrete e delle parole nascoste, di quel partito che di quest’opera si erano fatti vanto e orgoglio? Dove sta il segretario di quel partito che sempre più muto accetta e giustifica ogni nefandezza? E dove sono i Consiglieri comunali di maggioranza che prima in Commissione e poi in Consiglio Comunale si troveranno costretti a votare questa assurdità finanziaria? Dove sono tutte quelle anime belle che hanno assistito, senza imbarazzo, alla mistificazione dei conti e delle parole al vento? Dove sta Gaetano Belloni, l’Eterno Secondo della politica riccionese, che sembra così lontano dalla realtà che ha determinato, mentre in silenzio prova, adesso, ad alimentarne i malumori? Ma soprattutto mi chiedo e vi chiedo dove sono i soldi e le risorse, le forze e le decisioni, per far uscire la città da questo pantano, che lentamente ma inesorabilmente si sta trasformando in un incubo? Ed infine, sommessamente vi chiedo, se non ora, quando?


alberto nardelli