giovedì 5 aprile 2012

La Spiaggia che non c'è


Per gli Uffici Comunali tutta la Spiaggia o quasi è priva dei necessari Titoli Edilizi. Lo hanno imparato gli sfigati come il sottoscritto che per realizzare un cesso a norma imposto dalla concessione, attraverso una Dia, è stato costretto a demolire un Circolo Nautico o come alcuni chioschisti che corrono il rischio di fare la stessa fine. Una situazione esplosiva, della quale il sistema giornalistico di regime non vuole interessarsi al pari del tunisino morto in casa importante. Invece d'affrontare la situazione nei dieci anni trascorsi dal passaggio delle competenze demaniali ai comuni, si occupano di giardinaggio sulla sabbia, tende, tettoie, gazebi, giochi per bambini ed anziani, girando attorno all'ostacolo, sperando che non arrivino messaggi di garanzia. A Melucci i servizi di salvamento, a Biagini le palme, a Gnassi le feste in spiaggia. Andiamo con ordine seguendo il pellegrinaggio amministrativo:
a) Servizio di Salvamento
Letta e riletta l'Ordinanza Regionale, appare chiarissimo che i comuni non possono disporre di temporalità diverse per l'inizio o la chiusura delle attività di soccorso. Siamo ansiosi di riconoscere al Vate il coraggio d'intraprendere iniziative personali in tal senso, contraddicendo la storica impostazione erraniana di volere imporre regole uguali per tutti. 
b) Regolamento Ambientale
Non bisogna confonderlo con una Sanatoria, sono due cose diverse negli effetti e nelle prerogative, il Comune non può sanare niente che la legge non permetta, rimane un disperato tentativo per legittimare (per quanto?) una situazione permessa e tollerata da troppo tempo, sfuggita ad ogni controllo. Il tariffario impostato dall'Ufficio Competente, dopo una procedura che ha coinvolto il Sovrintendente ed il Consulente assunto, ha una rigidità assoluta, gli sconti richiesti possono essere visti come incassi non avvenuti, con il pericolo del ricorso alla Corte dei Conti. Un cul de sac nel quale ci si è infilato per protagonismo o superficialità? 
c) Ballo in Spiaggia.
Le liberalizzazioni di Monti hanno prodotto pensioni da fame e rincari, con le danze sulla sabbia non c'entrano niente, per il momento. Esistono specifiche normative in materia, come per le edificazioni sull'arenile, se si vuole ballare occorre attivare la licenza per pubblico spettacolo, delimitando l'area interessata, possedere locali adeguati alle norme edilizie, sanitarie, antisismiche, ambientali e di sicurezza, rilasciate dagli organi competenti. Se invece i nostri amministratori si accontentano di un aperitivo, anche in questo bicchiere si somministrano bevande, si deve aprire un esercizio commerciale con tutte le regole e le limitazioni che la Legge Italiana prevede anche per Rimini. Volendo aiutare i bagnini che ci sembrano, per una volta, le vittime di una amministrazione sulla quale ammettiamo di avere esaurito aggettivazioni efficaci, potrebbero installare distributori di aperitivi e bevande, se non avessero voluto un Piano Spiaggia che lo impedisce senza avere realizzato lo Stabilimento Balneare. 
 P.S.
Abbiamo sfidato tutti su questo tema, non perchè ci sentiamo più preparati, siete Voi che siete scarsi, pericolosamente scarsi, se ne sono accorti anche i bagnini