domenica 22 aprile 2012

Braccio di Ferro


E' in atto un braccio di ferro tra Melucci ed i Bagnini rappresentato dalla discussione, già iniziata la scorsa stagione, in merito all'obbligatorietà sostenuta dall'assessore regionale, di svolgere il servizio di salvataggio in caso di sciopero dei dipendenti. Come sempre quando si parla di spiaggia, la materia è complessa ed atipica, in quanto in regime ordinario l'ipotesi di sostituire il lavoratori scioperanti con altri è di natura antisindacale. Per capirci, se gli operai scioperano, si chiude l'azienda interessata, ma la spiaggia non può essere chiusa come una qualsiasi fabbrica, quindi per i bagnini, in qualità di datori di lavoro, l'unica soluzione è avvisare gli avventori che manca il servizio di salvataggio. La nostra posizione al riguardo, scaturisce dalla specificità della materia, si deve far diretto riferimento al Codice della Navigazione che assegna all'autorità marittima di decidere, con le nuove deleghe la Regione diventa automaticamente il Soggetto referente. Quindi il suo primo compito è quello di garantire un sicuro e tranquillo svolgimento della stagione balneare, per il caso in questione, potrebbe essere in buona parte assicurato da un contratto di lavoro definito e chiuso prima dell'inizio della stessa. Per dare organicità e forza a questa impostazione sarebbe utile che la Regione con apposito provvedimento chiarisse l'impianto normativo originale, basato sulla logica dell'arbitrato. Se il datore di lavoro non intende osservare detta disposizione, diventa prerogativa e problema dell'autorità trovare concessionari che accettino queste condizioni, parimenti se si tratta di decisione che contrasta con le maestranze, è problema dei datori di lavoro cercare ed assumere lavoratori ai quali vanno bene le decisioni contrattuali definite dalla Regione. Tutto è stato esasperato, ma siamo convinti che conoscendo questa realtà di fondo, molte questioni terminerebbero, a partire da quelle contigenti, in realtà si vuol negare ad un salvataggio un aumento che costerebbe mediamente ad ogni bagnino trenta/quaranta euro. Sarebbe utile, più del Braccio di Ferro, come ricordato più volte, fare entrare formalmente i baristi nel costo del servizio di salvataggio, non per far risparmiare i bagnini ma per aumentare le risorse per la sicurezza in mare.