mercoledì 25 aprile 2012

Un Caffè


Domenica mattina arriva una telefonata, Massimo hai voglia di venire a prendere un caffè da me in albergo? Così chiede un vecchio amico, confermo, ci mettiamo d'accordo sull'orario. Sicuro del solito invito di cortesia, quando arrivo, vedo al tavolo sei persone che mi salutano in maniera formale, istintivamente per sembrare quello che sono, una persona che ha avuto la fortuna di amministrare per 30 anni, cerco di scherzare, metterla su Stramaccioni, i presenti si irrigidiscono, non ridono neanche della amata Inter prescritta dal campionato. Il perchè lo scopro quando iniziano a parlare dei loro problemi aziendali, con la comune preoccupazione per la stagione ormai alle porte, per essere precisi alcuni davano per scontata la catastrofe annunciata, altri erano decisi a ribaltare il tavolo già a settembre, ho capito allora il motivo della caffeina in tazza. Mi sono sentito sorpreso ed imbarazzato, valutando l'enormità del problema posto sul tavolo, assieme alle tazzine decorate. Siamo partiti dalla constatazione di una assenza clamorosa dell'associazione albergatori in mano ad una minoranza sempre silenziosa con il Palazzo, rappresentata, con o senza maschera, da cielle. E' scaturita la necessità di pensare ad una associazione che rappresenti l'insieme degli albergatori e non una minoranza obbediente, per iniziare un confronto che coinvolga anche coloro che affittano gli alberghi. Mentre abbiamo centinaia di proprietari che continuano l'antico mestiere per decreto urbanistico non potendo variare la destinazione di immobili che sono da almeno 20 anni fuori mercato, nel contempo il sistema spiaggia sta crollando sotto i colpi dei regolamenti, indagini, scontrini, fisco per l'egoismo di una categoria che ha pensato di risolvere lobbisticamente i problemi trovandosi in un mare abusivo ed in totale disaccordo tra loro. La mia opinione ufficializzata da un centinaio di articoli del blog è molto semplice, al decreto per gli alberghi doveva fare seguito uno analogo per la Spiaggia, sarebbe stato sufficiente approvare l'originale Piano. I Signori della Sabbia, neppure proprietari ma semplici concessionari di un bene pubblico, nell'arco di cinque anni si dovevano impegnare ad una trasformazione innovativa che avrebbe rivoluzionato il concetto storico e stantio delle 230 zone maledettamente simili con lo stesso orrendo bazar steso al sole, per di più abusivo. Se non si fosse realizzato quanto deciso, diventava prerogativa del Comune Proprietario individuare altri soggetti disponibili a compiere il mestiere imprenditoriale. Non vedo altra alternativa, se non giocare la carta dell'unica risorsa rimasta, rappresentata dal nostro litorale in sinergia profonda con il comparto turistico per fornire quantità e qualità di servizi che gli alberghi non avranno mai. Abbiamo anche parlato di rappresentanze per territorio e non per Ermeti come succede oggi, con il commercio grande assente, negozi, bar, ristoranti, pub. Ci siamo lasciati, le tagliatelle offrono un richiamo più forte della politica, convenendo che i problemi sono tanti ed i consigli comunali pochi, delle sette persone al tavolo ben cinque avevano votato Gnassi, erano i più incazzati.