giovedì 3 dicembre 2015

Cop 21: Vorremmo tutti un Piano B

“Ai nostri cosiddetti leader che si stanno preparando per la Cop21 di Parigi, imbellettando un altro pidocchioso accordo, voglio dire questo: leggete l'enciclica di papa Francesco, non il suo sommario ma proprio tutta. Leggetela e lasciate che pervada i vostri cuori. Il dolore per ciò che abbiamo già perso e la celebrazione di ciò che possiamo ancora proteggere e aiutare a prosperare”. (Naomi Klein- Per cambiare tutto, c’è bisogno di tutti) Il vertice che si è aperto a Parigi sul clima è qualcosa di epocale : sicuramente come dice Naomi Klein è l'ultima opportunità che abbiamo per salvarci tutti quanti! La maggior parte del mondo, delle persone che lo vivono non sanno dove stiamo andando e cosa potrà succedere, infatti i dati scientifici dell'agenzia Onu per i cambiamenti climatici sono stati chiari lo scorso novembre a Copenhagen. Il riscaldamento globale esiste ed è causato dall'uomo, gli effetti sono già visibili: lo scioglimento di ghiacci e eventi meteo ingovernabile e imprevedibili , e il peggio deve ancora arrivare perché le emissioni globali aumentano. Da notare che questi dati allarmistici ci vengono da scienziati dell'Onu che sono tutti stati scelti dai governi, e non di certo da complottisti , anzi affermano che se si continuerà a utilizzare con questo ritmo petrolio e carbone avremo a fine secolo sicuramente un amento forse di 3 ° o ancora peggio a 5 ° centigradi. Per entrare nei limiti, dovremmo ridurre i gas a effetto serra di un 80% entro il 2050. Da questi risultati inquietanti sembra che sia il sistema politico ed economico mondiale nonché quello dei media stiano prendendo sottogamba il problema più urgente per l’umanità intera. Dagli accordi che verrano presi in questa conferenza a Parigi delle parti ( cop21) si vedrà se potrà essere mantenuta anche per fine secolo la media di innalzamento di 2° dal periodo antecedente la rivoluzione industriale. Per ora la parte da leoni per l’inquinamento globale, la stanno facendo USA Cina e India . Ricordo che attualmente, mentre si sta svolgendo il summit, a Pechino si stanno riscontrando livelli di polveri sottili più di 600 volte superiori ai limiti consigliati, per cui sembrano insufficienti persino le mascherine in dotazione che molte risultano pure non a norma. E l’Italia? Oltre agli ottantamila decessi per inquinamento annui, ha mercanteggiato quote di Co2 per rientrare nei parametri del Protocollo di Kyoto, ha dovuto cioè acquistare dalla Polonia delle quote di emissione di Co2. Il 5 ottobre a Varsavia il ministro dell’Ambiente Galletti ha firmato un accordo con il polacco Grabowski per l’acquisto di circa di 20 milioni di tonnellate equivalenti di CO2, ovvero di Assigned Amount Units (AAUs) di Co2, per un importo di circa 5 milioni di euro. Alla presentazione dell’impegno dell’Italia alla conferenza cop21 di Parigi presso la Camera dei Deputati, Galletti spudoratamente ha detto : «Per quanto riguarda il nostro impegno a livello nazionale ed europeo, come sapete, l’Italia ha già raggiunto l’obiettivo previsto dal Protocollo di Kyoto (impegno nazionale di riduzione del 6,5% nel periodo 2008-2012)», la realtà è che l’Italia non avendo raggiunto gli obiettivi del Protocollo, ha dovuto acquistare queste quote che le mancavano di AAUs entro il 18 novembre, perché sarebbe incorsa in una serie di penalizzazioni alla scadenza del periodo di allineamento, compresa una procedura di infrazione da parte della Comunità Europea, e non avrebbe potuto più negoziare le quote in futuro. La notizia sui giornali italiani non è circolata, nemmeno sul sito del ministero dell’Ambiente. Lo si può trovare sito di Carbon Pulse, e su quello del Consolato polacco a Napoli. Inoltre, questi milioni di euro, sottratti ad opere di pubblica utilità, saranno investiti in progetti di modernizzazione energetica sviluppati nelle scuole polacche. In pratica i tagli effettuati da Renzi alle risorse alla scuola pubblica non contribuiranno a risanare il bilancio dello Stato, ma a finanziare progetti educati di governi più virtuosi . L’acquisto delle quote e l’ aggiornamento della voce “retirement account” sul sito dell’Unfccc (la Convenzione quadro dell’Onu sui cambiamenti climatici) ha permesso all’Italia di rientrare artificiosamente nei parametri, ma , insieme alla Spagna, non ha affatto raggiunto gli obiettivi. Altro che, come, va cianciando lo smemorato abusivo fiorentino, che il disastro climatico sarebbe il risultato del nostro egoismo! Una cosa è certa, l’unica soluzione vera sarebbe voltare le spalle al nostro sistema politico economico capitalista, che abbiamo anche esportato nei Paesi in via di sviluppo che giustamente , a loro volta rivendicano il diritto all’inquinamento per portarsi ai nostri livelli. Per superare il protocollo di Kyoto, nel quale le super-nazioni inquinanti non vogliono cedere, già dalla conferenza di Durban, 148 paesi si erano impegnati nella riduzione con “Contributi promessi stabiliti a livello nazionale” (INDC). Si tratta di “offerte” volontarie di contribuzione alla lotta ai cambiamenti climatici come scambi tecnologici, finanza ecc, ma non vi è nessuno controllo se vengano raggiunti tali obiettivi. Sebbene gli Stati siano d'accordo nello stabilire un Fondo Verde per il Clima di 100mila milioni di dollari ogni anno per appoggiare i Paesi poveri, i contributi hanno avuto dei ritardi notevoli e solo 10,200 milioni di dollari sono stati trasferiti da Maggio, una quantità ridicola rispetto alle enormi necessità dei Paesi poveri con evidenti calamita climatiche come le Filippine e non esiste nemmeno chiarezza sulla destinazione del denaro. Allora forse ha ragione Walden Bello ex rappresentante di Akbayan (Partido de la Acción Ciudadana) delle Filippine il quale asserisce: “Una soluzione permanente per un accordo climatico vincolante a Parigi è un primo passo necessario per allontanarci da questa situazione di produzione e consumo incontrollati che sta conducendo il nostro pianeta sull'orlo del disastro. Vogliamo un pianeta che sostenga la vita, non che sia strada di morte per colpa dell'avarizia imprenditoriale. Di fronte alla più grande minaccia per il nostro pianeta, non possiamo permetterci un cattivo accordo con, è il caso di dirlo, il resto dell'umanità. “Meglio nessun non accordo che un cattivo accordo”!
 L’INNOMINATO