martedì 8 dicembre 2015

Madibers

Se permettete vorrei tornare un attimino indietro: personalmente sono convinto che lo sgombero dell'immobile occupato abusivamente ma, diciamo così, "per motivi umanitari", dai militanti di Casa Madiba non sia stati ordinato, richiesto, "favorito" dal Sindaco come credono i "madibers", la qual cosa generò l'alterco noto fra Sindaco e militanti in Comune. bensì dall'assessore al Welfare ed ex Presidente della locale Caritas, Gloria Lisi. Ed il motivo è presto detto: il mondo cattolico vuole il monopolio sul mondo degli Ultimi. Passi dare alloggio a una quindicina di sventurati, ma mettersi a distribuire abiti ai senzafissadimora come facevano i "madibers" è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso e sbottare la Lisi, la Caritas, la Curia che si sono sentiti insediati in un territorio nel quale non da 2 anni ma da secoli hanno il monopolio: la gestione della Povertà che invece, in un stato laico e di diritto dovrebbe essere a gestione totale esclusiva dall'a alla z delle articolazioni dello Stato. Anni passati ci furono inchieste giornalistiche sulla destinazione finali degli abiti che tutti doniamo diamo amorevolmente alla Caritas nei suoi "cassonetti" sparsi per la città e saltò fuori che per la gran parte erano venduti. In veste di Volontario ho avuto modo di assistere più volte alla distribuzione del vestiario che non viene venduto, non a Rimini. Ebbene: una suorina che sembra borbottare tra i denti "prennete e annate affanculo" lancia un carrello tipo spesa a un piccola folla di disperati che vi si avventa sgomitando e cercando di prendere i capi migliori: scene da Medioevo. E medievale è la Vision che le istituzioni cattoliche hanno del disagio economico: carità, non Diritto di Cittadini, ma buon cuore di cattolico. Per contro va anche detto che la rete delle parrocchie da sempre aiuta i bisognosi, anche se parliamo comunque di un "dare" che è atto caritatevole, discrettivo, e non diritto civile dell'incapiente. Quindi luci ed ombre su queste associazioni che comunque sono finanziate a vari livelli istituzionali dallo Stato laico. Ma tante luci ed ombre anche sui "madibers", che nascono come "giovani anarchici a cui piace vivere in modo alternativo", interessati fino e ieri alle tematiche dello sfruttamento sul lavoro e saliti oggi sul carro invero affollatissimo di quanti si prendono cura dei senzatetto in rapporto di 1:1, ossia una persona stipendiata per dare un piatto di minestra e un giaciglio a uno sventurato. Quindi diciamo pure qualcosa che assomiglia a un business come si è visto a Roma mesi addietro ove alla fine all'incapiente arrivano briciole. Dunque io non credo che a Rimini ci sia affatto bisogno di una ulteriore associazione che ti fa vedere la foto del bimbo di colore e ti chiede o chiede al Pubblico soldi. Inoltre, questi "occupanti" che pochi anni addietro sarebbero stati definiti in maniera criptica ma molto evocativa "anarco-insurrezionalisti" sarebbe bene a mio parere che per coerenza NON flirtassero col Comune e per coerenza avessero uno spettro d'azione più largo "il politico è sociale" si diceva che non diventare una delle 1000 associazioni che, DICONO, aiutano gli sventurati. A mio parere inoltre NON avrebbero dovuto accettare nulla dal Comune nè il Comune avrebbe dovuto ammetterli al bando per la gestione di strutture in quanto già macchiatisi di occupazioni illegali, pur finalizzate ad aiutare i bisognosi, o almeno così "vendute" alla pubblica opinione. Quindi in fine a mio parere dove cascano cascano male questi homeless: chi li usa come foglia di fico, chi per ottenere quattrini pubblici o privati... "ma la mia casa dov'è?", citando Fellini. Vai tranquillo homless, non la riavrai mai più: fai comodo così! 
Falco Romeo Feliciangeli, Pàssano di Rimini