giovedì 7 aprile 2016

Casa dei Matrimoni; uno sfacciato bluff

Buongiorno a voi, chi mi conosce lo sa: i ci.vi.vo ed io non ci siamo mai presi, li considero la negazione del civismo nell'accezione nobile del vocabolo in quanto vi leggo sia un "do ut des", sia una connotazione politica, sia il cattivo esempio di fare o millantare di fare cose che spetterebbero ad altri soggetti per questi pagati e infine perchè si pongono a un livello superiore degli altri cittadini; in effetti se pensate all'acronimo tutti i cittadini sono "civivo" per il semplice fatto di vivere a Rimini, pagare le tasse etc. Quindi venendo all'uopo avendo questa particolare sensibilità verso i "civici" riminesi quando ieri sono passato sulla "paleda" ho sentito... si ne ho sentito la "puzza" in zona casa dei matrimoni. Ebbene questa struttura che dovrebbe accogliere migliaia di teneri sposini che farebbero la fila per venirsi a sposare nell'ex orinatoio dove c'era il tutto sommato comodo tendone dei libri "Lazzarini", fatto sgomberare dal consigliere Renzi, ha come sponsor principale l''assessore ai servizi al cittadino Irina Imola che asserisce che ci sarebbe tanta richiesta quando nella realtà non esistono strutture così in Italia, non vi è la corsa al matrimonio anzi, ci sono tanti luoghi per sposarsi, e non c'è ragione di "violare" il piazzale del porto con una struttura ex novo. Quindi a mio parere i programmi sono altri: "primum costruire", poi si vedrà. E in questo "si vedrà" c'è di tutto, dal gabbiotto di un bagnino, a un bar da dare ai citati civivo o ad "amici" e non. L'importante era trovare una buona scusa per costruire ivi una struttura del Comune cioè del Partito Unico, quindi cittadini non civivo come sempre gabbati si dice una loro una favola ed in realtà si pensa ad altre cose. 
Donovan Zobeta