venerdì 29 aprile 2016

I Giardini Pensili

Tra le amenità riminesi, si possono pure annoverare i giardini pensili. Per chi percorre il parco Cervi e sono in tanti specie la domenica, oltre ai turisti che si recano dalla città al mare e viceversa, non può non notare il degrado che affligge le antiche mura medievali della nostra città. Mentre nel paramento sono presenti erbacce di vario genere, in ciò che resta delle torri di difesa radica una vegetazione spontanea incolta, di medio fusto, oltretutto nociva alle strutture per via della penetrazione in esse loro radici. Come dicevo, lo spettacolo è sotto gli occhi di tutti ma nessuno se ne cura; neppure Anthea preposta alla manutenzione del “verde pubblico” che periodicamente falcia i prati attigui, alla quale questa amministrazione delega ormai anche la gestione dell’aria che respiriamo. E’ quindi palese che questa situazione non interessa a nessuno, perché “In tutt’altre faccende affaccendato”; come recita la famosa poesia. Cose che portano a radiosi orizzonti. Forse perché data la folgorante riscoperta della romanità riminese – ovviamente anfiteatro escluso – queste sono di periodo nettamente posteriore; chissà se in un futuro assisteremo anche alla riscoperta del medievalismo riminese. Oppure perché non è possibile utilizzare le mura come pista ciclabile giacché, nonostante la fervida fantasia progettuale in quel campo, ancora non si è riusciti a trovare il modo di percorrerle … sulla loro parte verticale. L’aspetto è ancora più irritante perché la pulizia da queste erbacce avrebbe un costo ridicolo in senso assoluto, e maggiormente tale se considerato sull’interno del bilancio di un’amministrazione comunale. Ritengo infine che, oltreché per il decoro della Città, vi debba anche essere una forma di rispetto per un monumento storico, e per il ruolo difensivo della Città che in passato hanno ricoperto. Non vorrei però essere incorso in un equivoco, scambiando per degrado degli intenzionali giardini pensili. Mah! 
S. De Vita