martedì 19 aprile 2016

La Via di Damasco

Ho letto che finalmente la chiesetta sconsacrata di S. Maria ad Nives, dopo anni di impiego per cose inutili, è stata destinata a contenitore culturale della Rimini Romana. Come al solito però è stato affibbiato un nome esterofilo, stavolta misto a latino; a conferma che la lingua italiana non è degna degli spettacolari eventi ideati da questa amministrazione. Ebbene l’inizio del nome “Visitor Center Arimini Caput Viarum” ricorda tanto gli alieni della nota serie televisiva statunitense, che nulla c’entra con la Storia. Naturalmente a tagliare il nastro il nostro Sindaco, che non ha perso l’occasione per declamare il solito predicozzo elettorale. Ora a fine mandato, folgorato sulla via di Damasco, ha scoperto la romanità di Rimini e la sua storia. Ha scoperto, con decenni di ritardo, che la spinta propulsiva di 70 anni di turismo balneare è finita. Ha inoltre scoperto che Rimini, deve puntare alla riscoperta dei suoi tesori; si i tesori! Forse quelli sopravvissuti alla guerra, ed alla distruzione post bellica della città di buona parte di ciò che era restato miracolosamente in piedi, con la compiacenza degli amministratori di allora; e dell’indifferenza verso questi dimostrata da quelli di pari colore politico succedutisi in seguito. Sono stati inoltre previsti dati mirabolanti di visitatori, non di visitors, associandoli anche agli interventi su Teatro Galli, Fulgor e Piazza Malatesta ecc.. Ma qualcosa non torna: non si è parlato dell’Anfiteatro. Una grave svista per un monumento che, a parte gli ormai noti Arco d’Augusto e Ponte di Tiberio, darebbe si un eccezionale contributo alla riscoperta della romanità locale. E’ l’ennesima volta che si verifica questa dimenticanza in occasione delle periodiche autocelebrazioni. Ora, per favore, qualcuno ricordi al Sindaco che a Rimini esiste un importante anfiteatro romano, costruito in epoca Repubblicana nel II secolo d.c., e che aveva l’arena con una superficie di poco inferiore a quella del Colosseo; e che giace sepolto per metà sotto una struttura ormai divenuta anacronistica per la Città. Ormai lo sanno tutti, anche le opposizioni che proprio dalla riscoperta di quel sito vogliono partire per una rinascita della città. 
S. De Vita