mercoledì 20 aprile 2016

Con referendum si danno i numeri?

Il 33% degli aventi diritto al voto va a votare, ma per i giornali ciò è un gran successo per il premier. Premesso che ho dei dubbi, se non sulla legalità, almeno sulla correttezza di un politico, un primo ministro, che invita più o meno chiaramente a non votare, provo a dare la mia opinione sul fatto, l’opinione di un uomo qualunque. Nel novembre 2014, alle elezioni regionali, in Emilia Romagna è andato a votare il 37,67%, ossia quasi la metà di quel 68% che aveva votato nell’occasione precedente; stessa considerazione se si considerano le europee. L’attuale Governatore dell’Emilia-Romagna governa con consenso pari al 44% dei votanti, NO degli aventi diritto, ma dei votanti, ossia con il 16,5% degli aventi diritto ! Prima considerazione. Fossi nel Premier penserei prima di esultare, perché se l’italiano che va a votare è una sorta di “pataca”, lo stesso italiano potrebbe offendersi e non andare a votare alle elezioni. Seconda considerazione. Se il 33% degli italiani, ossia uno su tre, che vota è una percentuale che rende la stessa ridicola, si ricordi che i votanti alle regionali sono stati solamente il 4% in più di una percentuale ridicola. Ulteriore considerazione. Io sono tra quegli italiani che è andato a votare non per dire No al gas, No al petrolio, pur essendo concretamente a favore di energie alternative, insomma non perché aprioristicamente “NIMBY”, ma perché sono contrario a concessioni a tempo illimitato, del bene pubblico; insomma mi “stanno sulle scatole” le lobbies, non tali da proteggere un’arte od una professione intellettuale da “pirati” senza preparazione (ad esempio il giornalista che si difende dall’abusivo), ma lobbies che proteggono aziende o professioni che sfruttano il bene comune per arricchirsi e difendono i loro interessi esclusivamente economici, col beneplacito di chi governa; beneplacito frutto di corruzione, vincoli di parentela o, cosa ancor più grave, semplice miopia. Insomma non vorrei tra qualche anno ascoltare il piagnisteo dei poveri petrolieri perché si trovano a lottare contro la loro “direttiva Bolkestein” (ogni riferimento a vicende riminesi è puramente voluto), dopo essersi arricchiti con i beni demaniali. Tomaso Pigreco