venerdì 8 aprile 2016

Il Concetto di Cultura

A volte mi chiedo del perché Rimini non voglia attirare a sé un turismo colto. Perché, a differenza di altre città, nessuno sia capace di programmare mostre d’arte a livello nazionale, per dare un risalto a questa città in ambiti più elevati. Se escludiamo alcuni eventi promossi dal Meeting, nulla appare all’orizzonte. Eppure Rimini è conosciuta a livello europeo al pari di altre importanti città italiane, e non avrebbe certo difficoltà in tal senso. Poi quando vanno in scena il Molo street parade, il Christmas Village, le Drag queen al Teatro Galli, o altre equivalenti manifestazioni caratterizzate solo da stand gastronomici e fuochi d’artificio finali, ho la risposta. Al contrario ferve molta attività nell’organizzare questi eventi chiassosi, caotici, di basso spessore culturale e dagli improbabili nomi esotici; tutti modelli esausti e obsoleti retaggio di un passato tipicamente rivierasco locale. E’ questa l’idea di cultura intesa da chi ci amministra, che non sa neppure valorizzare appieno quelle poche risorse storiche sopravvissute prima alla guerra, poi alle distruzioni e incuria delle Amministrazioni comunali in seguito succedutesi. E allora assistiamo al mancato e ormai non più rinunciabile scavo dell’Anfiteatro romano, o allo stato in cui versa ciò che resta del palazzo Lettimi per cui non mi risulti esserci un progetto in proposito. E ciò non proprio aderente con il programma letto nel sito del nostro Sindaco, seguito pure da quattro datati commenti di fans tutti plaudenti; non voglio pensare che si sia giunti al pensiero unico, ma solo che siano stati scelti solo quelli propizi, oppure che i dissenzienti si siano astenuti dal farli per non perdere tempo. Siamo in vista delle prossime elezioni amministrative, e credo sia giunta l’ora di dare l’opportunità ad altri soggetti politici quali essi siano, valutanti nel loro programma, di governare questa Città. Perché dopo quasi sett’antanni di immobilismo cittadino, e di gestioni del genere Rimini si meriterebbe almeno di fare questa prova.
S. Devita