martedì 5 aprile 2016

C'era una volta un Consorzio

Il Consorzio del Porto doveva rappresentare la punta dell'amichevole diamante nell'azione di Gnassi per innovare il nostro turismo. Dopo cinque anni di promesse non sono andati oltre il solito disegnino, presentato come opera già fatta al Palazzo dell'Ex Turismo. Sono rimasti però i dati sulle presenze da taroccare e il mega cartellone in Piazza Cavour. La novità, da quel poco che trapela, è che il Consorzio nelle sue caratteristiche fondanti non esiste più, dopo l'uscita (silenziosa) di molti aderenti. Un'altra occasione persa, di cui non troverete un rigo nei giornali o nei sette blog d'accompagno, con una stucchevole retorica intrisa di sfacciata propaganda a cui non seguono mai i fatti. Un insieme di slogan e cartoline senza la copertura urbanistica e ..bandi. Il Triangolone del Porto doveva diventare il vero Centro della Marina, spostandolo da quello "storico", dopo il fallimento della pedonalizzazione di Viale Vespucci. Il punto di forza si basava su tre/quattro elementi strutturali: Parco Fellini, Triangolone, S.Giuliano e collegamento con il Centro. Un quadro sinergico che per essere tale, doveva essere unitariamente programmato, con collegamenti e funzioni. Invece è prevalsa la solita "smania" da Taglianastri. Apparire prima dell'essere. Non solo ha ristretto il campo d'azione, ma come sempre, senza dirlo neanche a Funelli, vuole fare l'architetto e lo stratega imprenditoriale. Secondo il "mio" vecchio Piano il Triangolone, doveva diventare una sorta di Agorà del Mare, perimetrata dai locali esistenti, in grado di ospitare piccoli e grandi eventi in modo continuativo ed organico, per tutto l'anno. Un volano naturale per il resto della marina. Mentre si disegnano i "tamburelli" circondati di verde, l'assurdo è che il Parco Fellini, il più bel giardino di Rimini, viene trasformato in un 105 sul mare. Il "rapporto" con S.Giuliano o per meglio dire con quella parte che "sindacalmente" non interessa, viene risolto con un cartellone al traghetto. Il concetto di pianificazione è volutamente sconosciuto a questi geni da Aquarena. Ovviamente sono venuti a mancare anche i presupposti economici. Gli imprenditori alla riminese non se la sono sentita di investire per Gnassi. Adesso sperano in quelli "strategici" di Viva Miramare. Quando la rottura verrà ufficializzata (dopo la sentenza) la colpa sarà dei ..cattivi che non hanno capito cosa proponeva il Sindaco.