giovedì 4 maggio 2017

Il Tutor della Vescovi

Era intenzione del PdR riccionese, prima che la legge delega (a chi?) sulla revisione e il riordino della normativa relativa alle concessioni demaniali marittime venisse definitivamente licenziata dalla Camera dei Deputati, fissare un incontro dedicato alle (poche) allodole demaniali ancora "beccanti" le promesse sulla sabbia. L'audizione di Gnassi ha fatto saltare gli ombrelloni civici. L'intenzione (lodevole) di fissare i bandi al più presto significa che qualcuno (dopo Melucci) ha capito che era una delle tante battaglie perse contro la sovranità europea. Hanno ciurlato nel manico legislativo per oltre dieci anni, inventando e promettendo di tutto e di più. Leggi regionali e nazionali cassate dalla Ue al primo esame, con possibili sanzioni ancora da determinare. Lo strano è che il sindaco che ha più goduto (elettoralmente) della credulità di una categoria disperata ma ancora inspiegabilmente favorita, sia stato il Pietro Micca della Bolkestein, facendola deflagrare pesantemente dal suo lungomare. Mi piacerebbe conoscere quali sono (adesso) le intenzioni di A Te Faz.. una deroga forse? E' ancora il Tutor della Vescovi oppure la candidata dei resti piddini intende smarcarsi? Arlotti, onorevole di S.Ermete sul Mare, aveva promesso come da costume antico che la Legge Delega sarebbe stata un provvedimento con importanti "ricadute" sull'economia locale. Nessuno pensava ad una botta così forte. Invece di piangere sulle promesse mancate, sarebbe arrivato il momento (tardi) di attrezzarsi per affrontare seriamente il percorso "obbligatorio" dei bandi. Il Piano Spiaggia riminese è un paravento facile da abbattere come le lenzuola che coprivano la toilette degli sposi. Non garantisce il futuro, lo sguardo è rivolto al passato ..medievale. Non esiste investimento che garantisca un ritorno sicuro come una zona o meglio un chiosco-bar e semi-ristorante. Non c'è bisogno di spaventare il Carlino con la paura delle cooperative o le multinazionali che vengono invocate sempre ma si devono fermare sulla balaustra. Il problema è che le aste così frazionate possono essere partecipate da decine e decine di investitori, tutti (naturalmente) penalmente immacolati, deinde se i concessionari, alcuni dal dopoguerra, vogliono rimanere, saranno costretti (per una volta) a confrontarsi con il mercato. Non basterà un chilo di vernice bianca per essere rivoluzionari e vincenti.