mercoledì 6 settembre 2017

Le mani sull'accoglienza

Il titolo di questa riflessione prende spunto da un film del 1963, intitolato: "Le mani sulla città" di Francesco Rosi. In effetti, come in occasione dell'iperbolica speculazione edilizia degli anni sessanta, motore dell'idolatrato "boom economico italiano", il nostro paese si è trovato a fronteggiare una nuova ed immensa sfida; negli anni '60 c'era un paese da ricostruire, nel 2017 ce n'è uno da "riscrivere" nei confronti dell'accoglienza di richiedenti asilo. Di certo, la ricca unione mitteleuropea ci ha abbandonati da tempo, serrando le frontiere e lasciandoci unici artefici della riuscita o del fallimento in questa prova titanica. Ma io sono di Rimini e voglio ragionare sull'impatto che sta avendo questa accoglienza, pilotata unilateralmente da Roma. Dell'invernale processione negli uffici della Prefettura, di albergatori "richiedenti-richiedenti asilo", se ne è già parlato. Dell'impossibilità di ricollocare gli immigrati durante l'estate nei Comuni limitrofi, ne abbiamo collettivamente certificato il fallimento. Circa la spregiudicatezza di alcuni "bdoch arfat", sono qui io, ora, a narrarle le gesta. Si sa, "meglio un uovo oggi che una gallina domani", dunque ben venga un'infornata di trenta richiedenti asilo durante il tribolato inverno; certo chi se la aspettava un'estate caldissima e gettonatissima. Fatto sta che alcuni "imprenditori turistici 0.0" si son ritrovati la pensione mezza piena di sbarcati e mezza vuota; perché quindi non colmare tale inefficienza con affittuari comunque non malversi a tale coabitazione? Ecco dunque alberghi abitati da richiedenti, da prostitute venute a far la stagione sull'Adriatica e da visi slavi più consoni ad un romanzo di Nicolai Lilin che alla glitterata estate gnassiana. Facile raccontare una storiella quando la trovi già scritta nella tua Bellariva. Gli addetti ai lavori e spero anche il mio sindaco, conosceranno certamente l'ambiente bucolico di cui sto narrando, tra continui interventi della Polizia e rimostranze dei turisti. Certo ha del grottesco raccontare di un disagio sociale, finanziato proprio dagli stessi uffici che dovrebbero garantire la sicurezza dei cittadini. Mi chiedo quale strategia vi sia nel far convivere annoiati richiedenti che scimmiottano gangsta rap, transessuali e spacciatori al minuto. Da qui, nel sottosuolo della Rimini dei fenomeni, la sfida pare già persa.
 Montalbano
 P.S.: " Il denaro non è un'automobile, che la tieni ferma in un garage: è come un cavallo, deve mangiare tutti i giorni." (Cit. "Le mani sulla Città", film del 1963 per la regia di Francesco Rosi)