giovedì 18 gennaio 2018

Un segnale simbolico

Un piccolo ma simbolico segnale che non tutto è perduto, che la speranza è l'ultima a morire e che come diceva...non so... Cavour, mi pare: è meglio accendere un fiammifero che maledire l'oscurità! E mi riferisco ovviamente alla crisi del Fellini ma in particolare a un fatto di gossip: ma pensate un po', nossignori no, non una principessa qualunque che certo non si muove in 747 con un codazzo di 10 bodyguard pieni di fili, microfoni, auricolari e pistole che escono loro dappertutto man in black, una sciacquetta di quelle che bazzicano le corti europee destinate a non essere mai regine ma la figlia del premier e sovrano degli EAU, nelle cui vene per parte materna scorre, tenetevi forte, scorre il sangue del Profeta, è atterrata al Fellini per dire che non tutti ci hanno dimenticato e che il Fellini con questo evento dall'alto valore simbolico... ma chissà potrebbe essere di auspicio per voltare pagina, per un Nuovo Corso che riporti Rimini ad essere meta di turismo vip e dai grandi numeri internazionali come quando qui veniva mezza nobiltà europea e non solo. Dalla Regina di Spagna, all'Aga Kahn, allo Scià di Persia con una mezza dozzina di mogli, alla Regina di Svezia le cui figlie frequentavano il Life e che poi svernavano qui a grossi nomi del jet set mondiale,  dico la famiglia Kennedy che non era infrequente incontrare a godersi il mare d'inverno lontano dai riflettori tanto che abbiamo intitolato a John il piazzale omonimo, a Frank Sinatra che si sedeva all'Embassy a chiacchierare con Buscaglione che ivi cantava per poi andarsi a mangiare la piadina al mitico bar-ristorante "Da Lino" alla stazione o al Giardino da Bruno in centro, a Gandhi, Il Mahatma, già, che veniva a settembre a fare gli esercizi spirituali e a ricaricare le pile a Miramare, a Rainesh-Osho che aveva casa a Viserbella vicino a quella di Enzo Ferrari di cui era amicissimo e con cui condivideva la passione per i tarocchi, diciamo. Ma l'elenco dei vip che vennero a Rimini negli anni e nei secoli passati dalla data canonica degli inizi del turismo che possiamo fissare circa 1850 fino al II dopoguerra e addirittura agli anni '90 sarebbe infinito; una volta, pensate un po', atterrò al Fellini che allora si chiamava Vassura-Miramare... atterrò l'Air Force One per una toccata e fuga di Shopping a Riccione di Hillary e Chelsea Clinton, per dire da dove veniamo "come eravamo"! Poi Dalla, Vasco, Tondelli... Dustin Hoffmann che aveva casa qui come Battisti, i Deep Purple... i Devo, Dan Brown, i Duran Duran, Don Johnson che scappava dalla caotica Miami, Danny De Vito, De Niro, De Palma, Dalidà, De Nicola... Nicola di Bari etc.etc. E allora prendendo spunto da questo episodio benaugurante della principessina vengo al sodo. Parlando per scherzo e per iperboli noi a costo di mandare gli elicotteri del Vega a bombardare per renderla inagibile la pista del Marconi e mandare droni a sabotare le navette che vengono a fregarci i clienti, dobbiamo tornare al numero di passeggeri che ci spetta stimabile dato che oggi si spostano tutti in aereo in un range da 1 a 4 mln. Quindi occorre che il sindaco piuttosto di interessarsi ossessivamente di Fellini, del Ponte, del Borgo etc., metta un attimino da parte i suoi guai giudiziari e si prodighi visto poi che si vanta di essere amico di Renzi e di andarci a fare "le zingarate" nel Chianti assieme a Sting e a Blair almeno si dice, di darsi del tu con Agnese e Maria Elena e Mattarella e si occupi anche eventualmente, da posizione defilata, del rilancio del Fellini anche in veste di Presidente della Destinazione Romagna che mai decollerà se non decollerà il Fellini! Questo se vuole mangiare la Colomba da sindaco altrimenti lo sfiduciamo, già vedo spesso l'ex segretario del locale PD Magrini che si scalda a bordo campo (come si scalda l'assessore alla mobilità Frisoni piuttosto che l'ex assessore Biagini) e si allena con le ripetute di un km pronto a prenderne il posto in caso di débâcle tutt'altro che improbabile alle politiche ed è molto più verosimile un rimpasto di giunta piuttosto che un voto imminente.
 M.A.