lunedì 12 febbraio 2018

CS Candidati M5S

MENTRE ARLOTTI PENSA ALLA DEMOCRAZIA IN PERICOLO IL SUO PARTITO, IL PD, A RIMINI PRIVATIZZA LA SCUOLA PUBBLICA
Appena due-tre giorni fa Tiziano Arlotti, candidato al senato per il Pd, nel solito chiacchiericcio da campagna elettorale, spalleggiato dal suo scudiero piddino, il sindaco Andrea Gnassi, ha lanciato il solito, stucchevole, ripetitivo, inverosimile, allarme democrazia in vista di una sempre più probabile vittoria, il 5 marzo, del M5S, al grido di: “attenzione al populismo irresponsabile dei grillini”. Petto in fuori, fare sicuro, Arlotti, nel nome dei valori della Sinistra (chissà poi di quale Sinistra parli lo sa solo lui, visto che metà coalizione di centrosinistra è composta da ex Forza Italia, ex PDL, insomma gente di destra e voltagabbana), ha messo in guardia i riminesi richiamandoli ai valori della Resistenza e delle lotte contro il terrorismo (ma i problemi concreti dei cittadini quando pensate di affrontarli? Arlotti probabilmente ha la memoria corta, ma Rimini ha il 9.1% di disoccupati, quasi il doppio della media regionale, ed è la città col più alto tasso di criminalità in Italia insieme a Milano). Quella stessa Sinistra, vorrei ricordare ad Arlotti, che, proprio qui a Rimini, ha gettato alle ortiche decenni e decenni di scuola pubblica, quella degli asili nido e delle scuole d'infanzia, settore della pubblica istruzione vero e proprio fiore all’occhiello del nostro territorio. Il servizio, peraltro, più legato al popolo, inteso come mamme e papà, presi dalle problematiche della crescita educativa dei propri figli nel momento più delicato del loro sviluppo cognitivo. Quella stessa Sinistra riminese, caro Arlotti, che, sposando le più aggressive politiche liberiste, tipiche della destra, ha privatizzato i servizi educativi. Anzi, come l'ha definito il Comune di Rimini con un termine tipicamente asettico e burocratico, ha esternalizzato quei servizi primari, con la motivazione dell'impossibilità di far fronte alla spesa per il personale educativo e pertanto di fare assunzioni a tempo indeterminato (andando addirittura contro una legge voluta dallo stesso ministro piddino, Madia, che, invece, facilita e spinge per l'assunzione del personale scolastico ed educativo negli enti locali). Risultato? Decine e decine di maestre precarie dall'oggi al domani rimaste senza lavoro dopo aver investito la loro vita in questa professione e accordi sindacali siglati e improvvisamente disattesi. Eppure l’articolo 17 del D.L. 113-2016 Madia ha consentito numerose facoltà agli enti locali: - procedere a dei piani di assunzione triennale per gli anni 2016/2017/2018 con la rispettiva proroga delle graduatorie fino al 31 dicembre 2019 basta che non vi sia il superamento della spesa rispetto all’anno educativo 2015/2016. - coprire tutte le cessazioni al 100% del turn over e affermando la possibilità di utilizzare i fondi stanziati per i contratti a tempo determinato per contratti a tempo indeterminato. - aumentare i posti del 50% in più rispetto all’organico assumendo oltre ai posti disponibili (potenziamento). - bandire concorsi per personale a tempo indeterminato per coloro che hanno svolto 36 mesi di servizio al netto di quello utilizzato per lo scorrimento delle graduatorie. In altre parole, gli spazi normativi per fare quello che non è stato fatto c’erano tutti! Il Comune di Rimini - tra l'altro - proprio nel periodo in questione si vantava, con tanto di articolo su un quotidiano locale (Corriere di Rimini), di avere un tesoretto di 1 milione 600 mila euro da spendere per contratti a tempo determinato per circa 70 persone, quindi pare difficile ipotizzare anche problemi di bilancio! Ebbene, perché tutto questo? Cosa ha spinto la Sinistra riminese di Arlotti e Gnassi a prendere questa incomprensibile decisione che portò addirittura 150 maestre a protestare e manifestare in corteo, per le strade del centro, la loro preoccupazione e il loro sdegno? Cosa ha convinto la Sinistra riminese ad affidare al privato un servizio pubblico così particolare e di prim'ordine per Rimini al punto da far dire alla Cgil-Cisl-Uil: “Non si comprende come un servizio che ottiene un gradimento del 9,4 su una scala di 10 debba cambiare rotta”. A questo punto un interrogativo sorge spontaneo: ma, invece, di lanciare appelli alla democrazia in pericolo, o di riempirsi la bocca con frasi del tipo attenzione al rischio populismo rappresentato dal M5S, perché Arlotti non si dedica a risolvere i problemi della propria terra e ad interessarsi delle politiche portate avanti dal suo partito a Rimini, sempre più liberiste, di destra, e d’appoggio agli interessi dei ceti benestanti, anziché vicine alla gente comune ed a quelli che benestanti non lo sono o magari non lo sono più perché hanno perso il loro posto di lavoro, o hanno dovuto chiudere la propria attività, anche a causa della non politica del Pd? Ebbene, noi del M5S, invece, una volta al Governo aumenteremo la spesa pubblica per l'istruzione scolastica e per abolire il precariato attraverso un piano di assunzioni razionale in base al fabbisogno delle scuole. Perché la scuola è un bene primario del cittadino e deve restare pubblica. Altro che democrazia a rischio e chiacchiericcio elettorale privo di contenuti in stile Arlottiano!!! 
 Marco Croatti Carla Franchini Giulia Sarti