sabato 10 febbraio 2018

CS Dott.ssa Carla Franchini

CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE: BRACCIALETTO ELETTRONICO AGLI STALKER
 Violenza sessuale, maltrattamenti in famiglia, atti persecutori e stalking. Sono reati in continuo aumento a Rimini e provincia. Crimini che hanno come vittima la donna, e spesso anche il figlio minore. Una realtà che preoccupa e allarma. Soprattutto se a parlare sono i numeri: chiari, incontrovertibili, emersi nel corso di un incontro promosso a dicembre dalla Prefettura e al quale hanno partecipato associazioni, servizio sanitario, forze dell’ordine. Aride cifre che dicono che in 3 anni, tra il 2015 e il 2017, sono state denunciati alle forze dell'ordine 115 casi di violenza sessuale, 19 casi di violenza sessuale su minori, 90 casi di maltrattamenti in famiglia, e 117 casi tra atti persecutori e stalking. E addirittura dal 2016 al 2017 sono arrivate al Questore di Rimini 72 richieste di ammonimento per atti persecutori e stalking. Una di queste riguardò, addirittura, Eddy Tavares, l’aggressore di Gessica Notaro, ammonito dal questore Improta, senza, purtroppo, avere l'effetto auspicato dalla legge, visto quello che poi ha fatto a Gessica. Una legge, quindi, da modificare in chiave repressiva. Come? Semplice. Visto che l'ammonimento non serve come non serve il provvedimento di divieto di avvicinamento, la soluzione credo più efficace e che mi impegnerò ad adottare, se entrerò in Parlamento, è quella del braccialetto elettronico (che poi in realtà è una cavigliera). In sostanza, al momento dell'ammonimento, al reo verrebbe montato alla caviglia un apparecchio che, in caso di troppa vicinanza con la vittima, emana un impulso tale da far squillare il cellulare della stessa, avvertendola così del pericolo, e mettere in allarme le forze dell'ordine. Pensate che la norma già c'è, esiste. E in molti casi potrebbe rappresentare la salvezza per molte donne. Ma che è finita nell'oblìo, inspiegabilmente. Una cosa è certa: è ora di ritirarla fuori dal cassetto in cui è stata rinchiusa, e se è, magari, troppo morbida o, se così come concepita, concede troppa discrezionalità al giudice per la sua messa in pratica, vorrà dire che la renderemo più rigida, vincolante e repressiva. In altre parole efficace. Non è possibile, infatti, così come riporta un servizio giornalistico di qualche tempo fa del Corriere della Sera, che la norma, a partire dal 2013, sia stata applicata una sola volta, per un solo caso.
 Dott.ssa Carla Franchini Candidata al Senato della Repubblica Collegio Uninominale Rimini - Cesena Cell. 339-8970111