lunedì 26 febbraio 2018

Fuori dal coro

Mah io davvero non li capisco gli antifascisti-e-basta. Ossia quanti si caratterizzano per essere antifascisti, politicamente parlando di movimenti e partiti. Ora questa cosa aveva un senso durante la feroce dittatura fascista durante la quale come sappiamo quando dilagò essere anti-fascisti significava rischiare la pelle o come minimo essere bastonato, olio di ricino, incarcerato, finire al confino, dover espatriare etc. quelli erano anti-fascisti in quanto il governo era fascista ed era una dittatura che privava di libertà fondamentali, pertanto aveva al tempo un senso essere allora "prima di tutto" avversi al fascismo. Ed in realtà, per i tanti "tengo famiglia", anche comprensibilmente, non furono poi tanti gli antifascisti. Quelli noti erano bastonati o uccisi etc., quelli di cui non si sapeva si guardavano bene dal far circolare le proprie idee sul Regime. "Essere fascista significava trovare lavoro o non perderlo": c'era anche questo aspetto che giustificò in certo senso chi aderì suo malgrado al fascismo o i pavidi che non vi si opposero. Ma oggi che metti un 5% di popolazione è nostalgica del fascismo, che non vi è alcuna possibilità che si riproponga uno scenario come quello dell'Europa della prima metà del secolo scorso, che vi sono tuttavia ancora "tracce" di movimenti nostalgici, che vi sono formazioni xenofobe non-fasciste, che vi sono razzisti non-fascisti etc., che senso ha caratterizzarsi politicamente come Antifascisti, una cosa demenziale, come dire non siamo nulla, non siamo più Antiberlusconiani, non siamo più Anticapitalisti, non siamo più Comunisti... che ci resta "chiccazzo siamo qualcuno tiri fuori un'idea...". "Be', potremmo essere...potremmo essere antifascisti, non diamo fastidio a nessuno, l'MSI non c'è più, AN non c'è più...". Questa è l'impressione: non "sono..." ma "sono anti..." mi caratterizzo non per quello che sono ma per quello contro cui sono prima di tutto e questo per me è una grande presa per il culo, una grande mistificazione. Certamente un democratico può essere preoccupato da xenofobia, razzismo, "tracce" di movimenti simpatizzanti un partito la cui ricostituzione è illegale e quindi non può essere ricostituito, ma prima di essere "contro" dovrebbe dire per cosa è "a favore" oppure caratterizzarsi per essere "contro" qualcosa con le spalle un po' più larghe dei neo-fascisti o degli xenofobi o dei razzisti etc. Notare che gli stessi che sfilano e che scrivono "contro" sono gli stessi che ieri ogni santo giorno scrivevano contro Berlusconi e pria contro Craxi. Bene: siete antifascisti, anche io, ma sono anche altre 1000 cose, voi chiccazzo siete!? Faccio anche notare in fine che anni passati non c'era questa fasulla fobia antifascista anche quando l'MSI era al 10% e facevano il saluto romano e i muri erano pieni di scritte "duce", "dux", "via il duce" etc., e c'erano movimenti eversivi di estrema destra pro fascismo che facevano attentati etc. '77 etc., scontri etc., adesso che senso ha in questi termini caratterizzarsi per un'aspetto certamente da tenere sotto controllo ma un piccolo problema paragonato alle grandi questioni, una cosa che assomiglia molto direi al maccartismo USA del passato, salvo che qui è strumentale, foglia di fico e strumentalizzato: se non ci fossero queste "tracce" sotto elezioni bisognerebbe inventarle! Può, chiedo, l'Antifascismo essere esaustivo di una formazione politica con tutte le e-mergenze alle quali assistiamo tipo Movimento Antifascista Italiano, sul resto non ci esprimiamo siamo antifascisti antifascisti solo antifascisti... di chi ripeta ossessivamente lo stesso mantra... tipo pugile suonato!?
 M.A.
 (in foto una manifestazione antiberlusconiana di antiberlusconiani fine anni '90 primi '2000)