martedì 20 febbraio 2018

CS Carla Franchini M5S

CF MENO TASSE AMMAZZA IMPRESE E CITTADINI E BASTA BUROCRAZIA: ECCO COSA FARA' IL M5S Le tasse sono da decenni il male italiano. Perché troppo alte e perché non vengono utilizzate per investimenti produttivi o per servizi al cittadino. Ma solo a copertura degli interessi da pagare sul debito pubblico o per le spese correnti dello Stato. Insomma, quello che paghiamo non ci rientra in servizi efficienti, ma in disservizi evidenti (un esempio eloquente sono gli scandalosi tempi d'attesa per una prenotazione di tipo medico nella sanità pubblica). Da 24 anni Berlusconi non fa che promettere la riduzione delle tasse. Ve ne siete accorti voi? E adesso è tornato nel suo stancante, quanto irritante, ritornello: meno tasse per tutti, più soldi per tutti. Chiacchiere elettorali. Il Pd, invece, sul tema tasse è muto. Non c'è. Inesistente. Preferisce lo status quo, quello dello "strangolamento fiscale" ai danni del lavoratore e dell'imprenditore. Ecco, invece, quello che noi del M5S faremo una volta al Governo. Fatti non parole. MENO TASSE AI CITTADINI È urgente ridurre la pressione fiscale su famiglie e imprese che pesa ancora per il 42,9% del Pil. Il primo punto è la rimodulazione e riduzione delle aliquote Irpef, che scenderanno per tutte le fasce di reddito favorendo in particolare la classe media. Redistribuire i redditi rilancerà i consumi e gli investimenti privati. Per le fasce più deboli abbiamo previsto l’estensione dagli 8.000 euro attuali fino a 10.000 euro della no tax area. I 4 scaglioni sono i seguenti: No Tax Area da 8.000 a 10.000, riduzione al 23% per i redditi fra 10.000 e 28.000 (oggi si arriva fino al 27%), riduzione dal 41 al 37% per i redditi fra 28.000 e 100.000 euro e riduzione dal 43 al 42% per i redditi superiori ai 100.000 euro. La riforma Irpef, compresa estensione no tax area, ha un costo netto di 3,5 miliardi annui. MENO TASSE ALLE IMPRESE Sul versante delle imprese abbiamo previsto un intervento duplice che riguarda da una parte la riduzione del cuneo fiscale nella componente INAIL (riduzione dell’1%, che vale 2,5 miliardi) e dall’altra il dimezzamento dell’Irap (11-12 miliardi). Il fisco, però, non va solo alleggerito, ma anche semplificato. Per farlo vogliamo eliminare gli studi di settore e lo spesometro, che sostituito dalla fatturazione elettronica potenziata consente di ridurre drasticamente la burocrazia fiscale. Per le imprese significa risparmio di tempo, energie e denaro. L’abolizione reale di Equitalia, infine, può far uscire molte piccole e medie imprese dal circolo vizioso delle sanzioni e degli interessi di mora, in un’ottica di collaborazione amichevole tra contribuente e Agenzia delle Entrate. Per il M5S il contribuente è onesto fino a prova contraria e va lasciato in pace, sta all’erario scovare le sacche di evasione, anche grazieall’accorpamento delle 16.000 banche dati già in essere, che vogliamo ridurre a 10. MENO TASSE NEL SETTORE TURISMO Vanno ridotte IMU, TASI e TARI. L'imposta municipale unica è resa più gravosa dal fatto che è dovuta anche in periodi di bassa stagione, o quando gli alberghi sono a riposo o quando le stesse strutture a causa della crisi economica, hanno definitivamente chiuso. La tassa sui rifiuti (TARI) è molto elevata per alberghi, ristoranti, bar e le molte attività legate al turismo. E' giusto, quindi, che alle imprese del settore venga ridotta la TARI per le attività stagionali in base all'effettiva produzione di rifiuti: chi meno inquina, meno paga. TASSA DI SOGGIORNO. Tassa di soggiorno più equa e che sia applicata a tutte le strutture ricettive ( alberghi, B&B, affittacamere, case vacanza). La tassa di soggiorno deve essere applicata in modo proporzionale al prezzo della camera e non sulla categoria. Questo permetterebbe agli stagionali di poter rimodulare i prezzi di vendita anche in bassa stagione in maniera decisamente più competitiva. Si agevolerebbero anche i Tour operator che lavorando con un anno di anticipo riuscirebbero in modo più preciso a determinare i prezzi per i pacchetti vacanze. IVA AL 5% L'attuale legislazione prevede per i servizi del settore turistico un'aliquota IVA al 10%. Si stima che un ulteriore riduzione dell'aliquota IVA al 5%. Questo permetterebbe all'Italia di essere maggiormente competitiva rispetto ai paesi europei che applicano aliquote più basse del 10% come Germania, Spagna, Portogallo e Malta, ma soprattutto rispetto paesi emergenti che non prevedono affatto questa imposta. COPERTURA FINANZIARIA PER IL TAGLIO DELLE TASSE La rimodulazione e la riduzione delle aliquote Irpef e l’estensione della No Tax Area costerebbe 13 miliardi annui. La redistribuzione fiscale che proponiamo, quindi, è considerevole. Dobbiamo però coprire con nuove risorse solo 3,5 miliardi, dato che 10 miliardi provengono dalle mancette del governo Renzi, che riallocheremo sulla nostra riforma Irpef. Basta bonus selettivi, è tempo di misure organiche rivolte a tutti i contribuenti. I 3,5 miliardi verranno coperti con il taglio di alcune detrazioni fiscali: per esempio le agevolazioni sulle accise dei prodotti energetici, misure di sussidio riguardanti forme speciali di imposizione (allocazione gratuita dei permessi ETS, sconto su tassa di ancoraggio, tonnage tax), alcuni prodotti con Iva agevolata, accisa diesel, accisa autotrasporto, accisa carburante aeroplani. Il dimezzamento dell’Irap ha un costo di 12 miliardi annui. Sarà un processo graduale che porterà in 5 anni al dimezzamento dell’imposta (oggi infatti vale 23 miliardi). Le coperture provengono da 7 miliardi di tagli ai trasferimenti improduttivi alle imprese (rapporto Giavazzi-Cottarelli) e da una quota di tax expenditures riviste (gasolio, accise, etc…). A fine legislatura se il ciclo economico, come immaginiamo, lo consentirà, potremmo arrivare persino ad abolire completamente l’Irap. Riduzione del cuneo fiscale nella componente INAIL (1%), costa 2,5 miliardi Coperti con parte della spending review (dettagli al punto 6). Il costo dell’eliminazione degli studi di settore non è definibile in anticipo. Potrebbe far aumentare le entrate grazie ad un sistema di riscossione più dettagliato. Le risorse economiche per eliminare lo spesometro, invece, sono già state stanziate (i 5,7 miliardi di “agenda digitale” per accorpare le banche dati della Pubblica amministrazione). L’abolizione di Equitalia, nell’immediato, non ha alcun costo. Nel complesso le coperture (per taglio delle tasse a cittadini e imprese e per gli investimenti crea-occupazione) si dividono in tre fonti di finanziamento: 1) circa 30 miliardi annui, a regime, di spending review in senso stretto (compreso 1 miliardo di tagli ai costi della politica) che sono stati già individuati da una sequela di commissari alla spesa, con in testa Carlo Cottarelli; 2) 40 miliardi l’anno, a regime, di tax expenditures (agevolazioni fiscali) che si possono ripensare e spostare da obiettivi dannosi o improduttivi verso finalità ad alto moltiplicatore (in totale l’erosione fiscale dovuta ad esenzioni, detrazioni e deduzioni supera i 300 miliardi annui); 3) infine il MoVimento 5 Stelle farà una riflessione politico-economica su 10-15 miliardi di maggiore deficit annuo che comunque, partendo da una base programmatica dell’1,6 di deficit/Pil 2018, ci terrebbe ancora abbondantemente sotto il vetusto e stupido parametro del 3%. MENO BUROCRAZIA, VIA 400 LEGGI INUTILI Vogliamo rendere la vita dei cittadini, delle famiglie e delle imprese più semplice, con meno burocrazia. Per fare questo, oltre all'abolizione di 400 leggi inutili che ogni giorno intralciano la vita di tutti noi. Il nostro obiettivo è quello di disboscare la giungla normativa. Vogliamo passare dalle 187.000 leggi approvate a 40 testi unici per materia. In questo modo un cittadino che dovrà risolvere un problema non dovrà consultare 50 commi di 50 leggi diverse per avere un quadro chiaro, ma sarà sufficiente andare a vedere il testo unico. Le prime leggi da abolire che abbiamo individuato sono quelle che più opprimono gli imprenditori e i cittadini: gli studi di settore, lo split payment (il nuovo meccanismo per la scissione dei pagamenti della Pubblica amministrazione), il redditometro e lo spesometro. L'onere della prova non sarà più a carico del contribuente, ma del fisco. Sul punto bisogna tenere presente che secondo alcuni studi, come quelli della CNA e della CGIA di Mestre, si potrebbe arrivare ad un risparmio annuo medio per ogni impresa di ben 7.500 euro in seguito alla semplificazione fiscale e normativa. Si prendano tre esempi: la non retroattività delle norme fiscali che garantisca alle imprese un quadro stabile, la semplificazione della VIA (Valutazione Impatto Ambientale), la trasformazione dell’Irap in addizionale Ires.
 Dott.ssa Carla Franchini Candidata al Senato della Repubblica Collegio Uninominale Rimini - Cesena Cell. 339-8970111