Cosa vorrei dal 2019.
Vorrei che esistesse Babbo Natale. Che non fosse una bugia come ha confessato il prete nella sua omelia.
I belive in Babbo Natale. Ci credo nella misura in cui vorrei esaudisse qualche desiderio.
Ecco, vorrei proprio che tornasse la serietà o il silenzio in chi ci governa. Vorrei che i giornalisti la smettessero, con becero moralismo, di arrampicarsi sugli alberi per raccontarci che fa questo piuttosto che quello il sabato sera o la domenica mattina. Non mi frega un cazzo banda di profittatori seriali della curiosità malata di un popolo di vuajere; sento sovente stridere le vostre unghie mentre additate gli specchi su cui miseramente scivolate. E raddrizzate quelle penne per Dio! Un popolo che si nutre dei difetti e delle disgrazie degli altri... Un popolo di finti devoti che hanno solo un Dio: se stessi!
E se vi offendete uomini dalla memoria cortissima ne sono felice perché spiacere é il mio piacere.
Vorrei quelle giacche grigie indossate nei bianchi e nero della tv, quelle bandiere che avevano un significato dietro oltre che un colore dentro. La densità della storia che si raggrumava in un comizio di frasi e parole. Il silenzio della preoccupazione e della riflessione. Il rispetto delle feste e delle domeniche. Lo svolgimento dotto o semplice di un pensiero. Vorrei che babbo Natale esistesse per dirgli che se si candidasse non lo voterei, perché sogno davvero non smetta mai di portare i suoi doni a chi davvero se li merita. I nostri figli prima di tutti, il nostro futuro a cui non lasciamo forse nemmeno più il diritto di credere alle favole.
Roberto Urbinati
Roberto Urbinati