Non si dimetterà. Ma di chi parliamo se non dell’inimitabile Sindaco di Rimini?
Si potrebbe dimettere a metà della seconda legislatura in tempo utile per ricandidarsi per il terzo mandato… ma non si dimetterà, troppo rischioso!
E poi come potremmo rinunciare alle magnifiche citazioni in suo favore delle sempre più smagrite vestali giornalistiche, alle riprese in primo piano delle TV locali, alle dotte citazioni in dialetto, alle pacche sulle spalle, alle patacate raccontate inaugurando le rotonde?
Come farebbe lui a rinunciare alla lauta indennità di carica (stipendio) e come farebbe senza di lui quel sistema politico-clientelare che seppur consapevole dei suoi limiti personali e del carattere iracondo è garantito ancora da incarichi e prebende che sparirebbero nella prospettiva di una quasi certa DEBACLE elettorale?
Dove finirebbe quella “galassia fieristica” guidata da un “magnifico” sempre più appesantito, che rappresenta ancora l’architrave del potere locale?
No, non si dimetterà.
Ce lo dovremo sciroppare ancora un po’.
Magari non fino a fine legislatura (prevista per la primavera 2021).
Mentre i fattori endogeni possono tenere, in quanto la sua truppa di amministratori ricopre il ruolo di semplici comparse, che certamente non fa ombra a quella carica che un tempo si chiamava podestà, a fare saltare il banco e decretare il “tutti a casa”, potrebbero giocare i fattori esogeni e principalmente le elezioni regionali.
Orbene se nel 2019 in Emilia e Romagna si dovesse verificare la sconfitta della sinistra, beh allora addio fichi.
La questione si potrebbe ingrossare e sarebbero dolori perché al quel punto verrebbe definitivamente a meno l’appoggio politico finanziario che sostiene le iniziative del nostro “unto” (sindaco).
Insomma se venisse a meno l’acqua, la papera smetterebbe di galleggiare.
Addio rotonde, piste ciclabili, indorature di stucchi e balaustre, specchi e lampadari, spigoli, lapidari ed imbiancature varie.
Addio a nastri ed aperitivi, a medaglie, diplomi ed incarichi.
E dopo?
Vero è che l’orticello delle misticanze cresce, ma forse l’ERBETTA non basta.
Manca nel quadretto descritto l’area dei cattolici democratici.
Attualmente il campo è occupato da insignificanti nanuncoli che si squagliano come neve al sole di fronte ai personaggi politici che schierava la vecchia DC.
Essi servono solo a garantire un rapporto privilegiato con il “palazzo”, verso il quale sono ossequiosi anche gli alti prelati.
Ma gli strumenti di quel controllo curiale potrebbero ben presto risultare LISI.
I cattolici una volta venuta a meno la propria unità politica si muovono in ordine sparso e non pochi manifestano simpatie per il governo giallo-verde.
Purtroppo sui radar ancora non compaiono personaggi autorevoli capaci di costruire dal centro una alternativa a questa pseudo sinistra.
Quanto durerà questo matrimonio contro natura non ci è dato saperlo.
Ma non temete, non si dimetterà.
Gli scricchioli sono insistenti e la maggioranza trema, ma non si dimetterà.
Ma se gli eventi (che noi auspichiamo) lo costringeranno ad andarsene (chissà se in bicicletta) allora se ne andrà di corsa.
PS niente paura… c’è sempre il suo borgo che lo aspetta, pieno di luci, lustrini e cotillons.
Don Camillo
Don Camillo