sabato 21 marzo 2020

Al Buio

E' trascorso un mese da quando sono state assunte le prime misure di prevenzione. Siamo al lockdown nazionale? Si può affermare che nella nostra realtà i cittadini hanno risposto positivamente, con qualche eccezione, ingigantita artatamente? Siamo costretti ad ascoltare l'informazione vincolata. La proroga senza scadenza del fermo delle scuole e, l’estensione del lockdown a ogni attività all’aperto e il suo prolungamento data da destinarsi ben oltre il 3 aprile, sono pessime notizie non solo per il loro contenuto ma anche per la mancanza di dati ufficiali che spieghino queste decisioni. Sono passati undici giorni dal blocco della Lombardia, otto dalla serrata a livello nazionale, ma le apparizioni di Fontana destano più preoccupazione di prima. Chi parla per tutti? Sembra ci sia un calo nella curva dei contagi, sarebbe notizia incoraggiante ma viene spazzata via dagli allarmi dell'emergenza. La comunicazione in questo periodo senza riscontri nella storia recente, è essenziale. Le rassegne stampa scrivono e fotografano il peggio. A 45 giorni dall’inizio dell’emergenza sarebbe tempo di recuperare credibilità. Devono spiegare non terrorizzare. I figli e nipoti non vanno a scuola e forse non ci torneranno più. I grandi perdono il lavoro, forse per sempre, l'economia sembra rianimarsi solo con i colpi di bazooka, spesso sbagliati della Bce. Il dibattito politico si è spento e questo sembra una fortuna per chi si sente al riparo dalle critiche. Sei costretto a rifugiarti nel mondo dei soggetti privati, non ufficiali. Il Direttore Tonini avvisa di non usare mezzi di comunicazione diretti. Misura indispensabile o lettera sbagliata?