martedì 31 marzo 2020

Bastava la Costituzione

Non é riuscito in Italia il progetto di creare allarmi per legittimare un governo forte e autoritario. Non funziona più la forma di propaganda progressista perché il livello di istruzione e benessere minimo indispensabile per assopire le coscienze é stato raggiunto. Non avverrà per molti anni una richiesta popolare trasversale di un serio progetto per lo sviluppo economico e sociale del paese, perché non se ne avverte la mancanza. I discorsi politici sono retorici, troppo cauti nei contenuti e smorzati nei toni, anche se molti si crogiolano nelle accuse a una destra (una destra?) pseudo fascista a rischio totalitarismo…macché, o a una sinistra corrotta e incapace, scesa ai minimi storici. Nessuno fa paura né dà fiducia, se non in quei pochi attimi di campagna elettorale sbronza e godereccia. Il momento elettorale resta in Italia l’unico momento di autorizzazione ad avere qualcosa da dire e da ascoltare per legittimarsi come forza politica e magari legittimare i propri incarichi ( Leggere: compensi ). Tutto il resto è uno strascico di vecchie reminiscenze di epoche completamente consumate e timidi proseliti su un futuro che ancora non è stato visualizzato. Ce lo abbiamo un futuro? Abbiamo bisogno di un futuro? Perché non lo si va a scegliere al supermercato o in banca, con contratti assicurativi o investimenti rischiosi o più o meno garantiti. Il futuro non esiste fino a quando non ci si pone il problema di immaginarlo. Per cui dovrebbero aggiungere alcuni articoli corollario alla Costituzione per concedere ai cittadini l’ONORE ( Non onere ) di pensare a un domani sano e giusto. Ma questo è un peso per i cittadini. Soprattutto per gli italiani che mostrano segni di stanchezza nascosti dietro ai proclami patriottici da balconi e verande. Pensano all’Europa come se fosse un ente extra-territoriale invece che sovra-nazionale. Senza nazione non c’é sovra-dimensione quindi non esiste internazionalità. Il presunto nazionalismo (Ma dov’é? Esiste davvero?) e l’Europeismo perbenista sono la faccia della stessa medaglia: consegnare a qualcuno o qualcosa tutta o parte della sovranità, che in parole povere è consegnare ad altri qualcosa in più rispetto a quanto non sia già concesso dalla Costituzione. Il mandato elettorale già stabilisce le priorità che gli organi amministrativi devono rispettare per la gestione del territorio e dei suoi rapporti con le potenze straniere. Il mandato elettorale dovrebbe essere lineare con la proposta che viene fatta. Però le proposte che vengono fatte non sono lineari, non si fondano su vecchi valori partitici, non su solidi scenari futuri, non sull’innovazione e lo sviluppo della vita del cittadino singolo e in comunità. Non ci sarebbero tutti questi margini interpretativi se i cittadini italiani fossero consapevoli dell’enorme potere che consegnano in mano a chi delegano per voto. La responsabilità di governo è diventata marginale, nelle nostre menti sono confusi i confini di autorità e potere che un governo può esercitare sul proprio territorio. Non c’é bisogno di appassionarsi all’occulto per trovare motivazioni a questa epoca di animi placati e disorientati. Bastava la Costituzione per riprendere un ordine di pensiero utile a scegliere come votare e come predisporre la propria vita in comunità. Bastava la Costituzione per concedere un voto con indicazione precisa del mandato. Ci siamo dimenticati di averne una, di sana e robusta Costituzione. 
 Arianna Adanti