giovedì 26 marzo 2020

Zaia, Giorgetti, Gallera

Sono i personaggi, con Salvini, che contano nella Lega. Troppo abituata a rifugiarsi dietro l'ombra del leader. Duri e nello stesso tempo moderati nei linguaggio, poco propensi alle social polemiche, più politici che populisti. Un meccanismo che stava portando al potere in quasi tutto il paese, interrotto dal virus più che dalle sardine monotematiche. Salvini prima della quarantena politica puntava al sud, più aggredibile del nord, conquistato con un lavoro ventennale. La concorrenza della Meloni è notevole ma credo siano complementari. Il pieno di Salvini al nord è stato a spese degli eredi del comunismo dolce. Il coronavirus ha rallentato il processo. Il capitano eccelle nella politica da piazza, all'ingrosso, gli altri completano il quadro. Nell'affrontare l'emergenza, Salvini ha lasciato il campo ai governatori. Non a caso, la social compagnia di regime, con i grandi giornali, ha attaccato Fontana, reo di rappresentare una regione laboriosa ma infetta. Salvini ha urlato alla luna di una Europa sparita da sola. Nemmeno Zerbini, ingaggiata una compagnia di mercenari del voto contro, crede più alla favola di Prodi. Li avete sentiti? Ci vogliono trattare come fossimo dei Paride? Se saltiamo noi, taglia grossa e maschione, vanno a chiedere i soldi a Putin. La politica del leader leghista è in quarantena. I voti però sono destinati ad esplodere al primo via del Colle. La seconda fase, quella della ricostruzione dalle fondamenta sarà la più dolorosa per il carro di tespi governativo. Si sono incartati in delibere, decreti, promesse e minacce. Se non lo può fare Mattarella almeno scegliete il meglio che abbiamo regalato all'Europa: Draghi.
PS Bello il discorso di Salvini al Senato. Dialogo e verità. E' bastata una fessura parlamentare per smentire quintali di bugie. La democrazia, cari bannanti, ha il suo prezzo.