mercoledì 28 giugno 2017

CS Luigi Camporesi

Come sempre accade nei giorni post voto, si è assistito allo spettacolo degradante dei politici che si auto-assolvono, che attribuiscono responsabilità ad altri, che sostengono di avere vinto quando invece la sconfitta è clamorosa. Salvo rare eccezioni va detto. Il Partito Democratico ha perso clamorosamente, il MoVimento 5 Stelle ha subito una importante battuta di arresto, indice di un fallimento già scritto, il Centro Destra vince grazie alla capacità di alleanza e soprattutto per i demeriti altrui. La prova principale della sconfitta generalizzata a dispetto della vittoria relativa del Centro Destra è data dalle percentuali di votanti, con ormai la sola metà degli aventi diritto che si reca alle urne. Mentre ogni forza politica è caratterizzata da propri peculiari mali, tutte sono però accomunate da una caratteristica negativa percepita evidentemente da circa il 50% dell'elettorato: non sono ritenute idonee per gli scopi di progresso sociale che sono nelle aspettative degli elettori. Quello che in generale un elettore si aspetta da un rappresentante politico, esclusa ovviamente la promozione di istanze private tipica dell'ancora diffuso clientelismo, è la soluzione dei problemi contingenti, la preparazione per affrontare quelli futuri, la pianificazione e la realizzazione di attività e opere per il progresso sociale e per il miglioramento delle condizioni di vita. Evidentemente le forze politiche attuali non mostrano la credibilità, la serietà e l'affidabilità necessarie per potere convincere metà degli elettori a spendere mezz'ora del loro tempo sul totale di 8766 di cui dispongono nell'anno solare. Le tecniche di comunicazione elettorale puntano sempre più sulle decisioni irrazionali degli individui, con evidente successo relativo, come dimostrato dal caso M5S e dal successo di Trump. Tuttavia, i dati dimostrano che sempre più sono gli elettori immuni a queste nuove e raffinate metodologie, preferendo altre attività a quella del voto. Sembra quindi che l'elettorato percepisca la vera natura della maggioranza dei politici impegnati ogni giorno a recitare una parte sui vari media: quella di passare il loro tempo a curare i propri interessi piuttosto che quelli della collettività. La soluzione del problema è, in linea teorica e trascurando ipoteticamente le difficoltà pratiche, banale: costruire nuovi soggetti politici in cui la selezione e la gestione del personale volontario e del personale politico e amministrativo sono fatte con nuovi e diversi criteri, in maniera tale che i politici così individuati svolgano le loro attività con sempre presente e prioritario l'obiettivo dell'interesse generale. Le esperienze del mondo produttivo e militare ci dicono che gli strumenti abbondano e vengono efficacemente impiegati. I modelli della teoria dei giochi indicano la via per costituire dei gruppi politico/sociali coesi, efficaci e duraturi. Le esperienze politiche passate, l'eredità storico culturale e la forte variabilità genetica italiana sembrano invece spostare l'ago della bilancia verso l'impossibilità di costruire nuovi soggetti politici efficaci per soddisfare le aspettative disattese dell'elettorato. I promotori di Obiettivo Civico avevano previsto con largo anticipo il fallimento su scala locale del progetto M5S, che quasi certamente anticipa quello nazionale, scenario nel quale il MoVimento può comunque contare su una certa inerzia, differenza di fase e condizioni più favorevoli. Su piccola scala per ora, Obiettivo Civico ha iniziato, non senza errori ovviamente, un tentativo di costruzione di un soggetto politico innovativo, una vera e propria prototipazione in uno scenario reale di alcune idee innovative nel campo della politica. Il tempo dirà se le idee erano quelle giuste. 
 Luigi Camporesi