lunedì 26 giugno 2017

Le Parade di Gnassi

Non si può negare che la Molo sia una bella festa, originale, buoni numeri, ben organizzata nonostante la difficoltà che nessuna città al nostro livello potrebbe permettersi. La migliore di tutte quelle che in grande copia si organizzano tutto l'anno direbbe mia mamma "sciape", spesso con soldi pubblici "girati" agli alberghi secondo una formula che giammai dovrebbe trovare spazio stante la distinzione a tutti nota e ovunque praticata: Destinazione vs Prodotto. Però però l'industria non turistica ma squisitamente alberghiera tartassata dalla tassa di soggiorno trova il modo di riprendersi con queste feste quello che il Comune le toglie. Tornando alla molo dicevo anche se puzza un po' di Anni 90, anche se è sempre uguale, una minestra riscaldata ha un suo fascino ai miei occhi, una sua logica, una sua estetica e una sua poetica, a differenza esempio della più gonfiata Notte Rosa di cui lo stesso immenso indimenticato insuperato Dasi quando era in vita ne "scomunicò" la natura intimamente kitsch in più occasioni. Detto che é ottima, che forse meriterebbe anche qualche passaggio Tv, maggior attenzione a livello nazionale perché non é che ce ne siano altre di manifestazioni analoghe di questi numeri e così caratteristiche nell'estate italiana anche se festival musicali molto più grandi su suolo europeo ce sono diversi. Passo alle critiche: la prima riguarda i numeri ossia le presenze che pur essendo tante è sufficiente andarci per averne contezza, sono gonfiate. Ogni anno si sparano valori non possibili come 200.000. Il colpo d'occhio di un assembramento di 200.000 persone è molto maggiore diciamo 30-35.000 sembra un numero ragionevole, forse raddoppi se ci metti il totale di chi è transitato mezz'ora etc. Inoltre, pur migliorando ogni anno sotto il profilo della qualità organizzativa e della sicurezza, essa richiede un impegno di personale pubblico imponente fra forze dell'ordine, allestimento, pulizia etc. a carico della collettività per il business di pochi. L'altro aspetto che rilevo è che ormai il target si é "fuso" con la citata Notte Rosa ma soprattutto con la neonata Gay Parade e questo perché per quanto riguarda quest'ultima, diciamo cosí, quando mostri come cittá apertura, fattuale, mentale e addirittura delle istituzioni locali verso quel mondo, cosa non ancora scontata in tante cittá, entri in una specie di diciamo "white list" non voglio nemmeno dire "tollerante" perché lo trovo offensivo in quanto le cose fastidiose si tollerano, dico amica dei gay. Quindi ci manca poco ormai che la stessa Molo si riempia di coppie gay col cappellino rosa. E vengo alla eco di questa festa che rimane abbastanza locale, riminese, emiliana, toscana, escursionismo non turismo, forse perché ingiustamente ignorata dai media nazionali. 300.000 hanno speso gli organizzatori, credo che la cifra del Pubblico se fosse possibile contabilizzarla sia forse superiore. Cosa manca? Manca qualche vip, gli elicotteri che sorvolano come ai grandi eventi, una battage e una dimensione almeno nazionale e non "Rimini e limitrofi". La cosa da correggere,come già scritto, è la non totale trasparenza. Quanto guadagna il Consorzio del Porto che si materializza solo a giugno per poi entrare in letargo 11 mesi, chi sono questi salsicciari, piadinari, friggitori spaccafegati, birrai e come sono scelti, quanto è l'impegno economico del Pubblico spazzini, straordinari etc? 
A.M.