venerdì 9 giugno 2017

L'ombrellone: un pretesto

L'ombrellone è un pretesto, certo potrá passare il garzone-cameriere del bar a prendere gli ordini, il cappuccino al mattino, un caffè, "per me macchiato", " il ghiacciuolo, noi vogliamo il ghiacciolo!", i burdèl! Ma in realtà quello che si intravede all'orizzonte è una fusione fra il bar diventato oggi ristorante e il bagno. Oggi come oggi non v'è chi non veda che vi sono ampie zone di un bagno inutilizzate o sottoutilizzate. Queste zone sono oggi piene di strutture improbabili, giochi in cui nessuno gioca, campi da beach volley semideserti etc. Questo perché il bagnino sa che l'oro giallo su cui insiste lo stabilimento deve essere messo a rendita ogni cm quadro. E dove non può farlo, per il momento, transenna, con la scusa dei campi. Il mio bagnino è uno dei più integralisti sotto questo profilo, tanto da aver messo furbescamente esempio cartelli in russo che solo i turisti dell'est comprendono in cui c'è scritto che gli "spiaggini" talora squattrinati ex Blocco Est come li chiamano non possono sedersi sulla battigia con l'asciugamano: falso! A norma di legge: non-puoi-farlo, Buratél, non fare il furbo! E ha realizzato 4-5 campi con reti altissime deserte e piazzato tavoli lunghissimi tipo Oktoberfest che OGGI nessuno utilizza, domani, con la nuova norma comunale renderanno la parte alta della zona un enorme lucroso ristorante "fuso" chissà un giorno con il chiosco-bar, anche se pare di aver capito il numero dei coperti dovrà rimanere invariato, ma da cosa nasce cosa, dio vede e dio provvede e le vie del signore sono infinite e imperscrutabili. Come furono moltiplicati pani e pesci, figuriamoci raddoppiare, triplicare, de-cu-pli-care i coperti. E Callá Confcommercio, che poi ha un minuscolo ma apprezzato ristorante a 20 mt dalla spiaggia non ci sta: le aree relax di tavoli tali devono rimanere. Non è questo il punto per me la perniciosa tendenza in atto da molti anni ormai di spostare tutto in spiaggia, salvo il dormirci "per ora" perché albergatori sono lobby più potente dei ristoratori, e sono i veri padrùn del turismo e quella cosa lí per ora, per ora, è tabù. E se domani qualcuno potesse farla quelli saranno loro. Spostare tutto in spiaggia è insensato e "pericoloso". In quanto annulli l'appeal di tutto quello che c'è dietro la spiaggia creando negli anni un deserto di un tessuto economico preesistente nato e sviluppatosi in 70 anni, concentri il business turistico in poche mani, spiaggia e albergo e... "bruci la città". Ma soprattutto perché per inseguire le bizze del turista, talora l'avidità di bagni e chioschi, s-naturi la spiaggia, nella doppia accezione del termine, che diventa immenso ristorante all'aperto e apri a costruirvi sia pur temporaneamente ma mai dire mai, sempre più. Ci vuole equilibrio, ispirarsi ad altri luoghi che hanno una visione prospettica, che non siano spiagge italiane protette da cancellate come sui litorali romano e ligure e alcune a Cesenatico in zona. Il nostro turismo ha un'anima, una storia, non puoi colonizzare l'arenile, occorrono paletti e idee chiare del quadro turistico di insieme, se si imbocca questa via ci si pentirà, quando avrai colonizzato l'arenile il turista ti lascia per luoghi "nature" e rimani con le pizze da servire in mano. 
M.Amati