sabato 17 giugno 2017

Business-Alcool

Quello che si intende far passare presso la pubblica opinione, ossia che i minimarket gestiti da asiatici sarebbero l'icona della causa del consumo minorile di alcolici che è proibito in Italia ed in tanti paesi da una normativa molto chiara e severa a tutela della salute, non sembra verosimile. E anche su questo aspetto ce ne sarebbe da dire anche al netto del fatto ben noto che in età giovanile il consumo di bevande alcoliche ha effetti più severi rispetto al consumo adulto. Dopo i 18 ti puoi ammazzare di vodka ,ma non prima! Nella realtà l'abuso di alcool riguarda per lo più 18+, il consumo minorile è un fenomeno limitato, certo non un'emergenza, 18, 20, 30 anni questa l'età di chi si sbronza tipicamente, come numeri per quanto riguarda "giovani", lasciando da parte il fenomeno Alcolismo in senso generale., Quindi a mio parere fare la caccia alle streghe contro i "cattivi" asiatici che avvelenerebbero i minori, come dire gente senza scrupoli, mentre il buon italiano chiede i documenti, è una clamorosa panzana che dà, come detto, una visione distorta, spero non strumentale ad interessi taciuti del fenomeno. Tra l'altro molti market sono gestiti da italiani. Tra l'altro i ragazzini si ubriacano ieri come oggi nelle discoteche per ragazzini. Il sospetto è che la difesa della salute dei minori sia un pretesto per imporre un monopolio del lucrosissimo business degli alcolici in Riviera, specie birra. Alcolici che nel 99,99 finiscono nella panza di over 18, che hanno anche portafogli più gonfi di ragazzini da paghetta, monopolio del quale i market asiatici sono spina nel fianco. Quindi non potendo impedir loro a norma di legge di vendere alcolici agli adulti li punisci quella volta che scappa a loro come a tutti di venderlo a minori, come intimidazione ed avviso che dal business-alcool devono stare fuori, parlando in astratto in Italia non a Rimini. 
M.A.